La Roma si gode il suo Dzeko infinito

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Firenze sarebbe potuta essere casa sua, se quel timido interesse della dirigenza viola, prima di prendere Mario Gomez, si fosse concretizzato. Edin Dzeko, però, costava troppo e nel 2013 non pensava a lasciare il City. Lo ha fatto due anni dopo, sbarcando nella Capitale e prendendosi la Roma dopo mesi difficili. E stasera toccherà ancora a lui il portarsi sulle spalle il peso dell’attacco, lui che alla Fiorentina non ha mai segnato.

IN FORMA – Reduce da 4 gol nelle ultime 4 partite (Samp e Cagliari in campionato, ancora Samp e Cesena in Coppa Italia), Edin giocherà la 19a partita di fila dal primo minuto (la 20a totale in campionato), mentre la scorsa stagione in tutto l’anno era arrivato a 21. Basterebbe questo a spiegare il diverso tipo di rendimento, ma poi ci sono le 22 reti stagionali, di cui 15 in campionato, che santificano come la Roma non voglia e non possa più farne a meno. Del resto, al titolo di capocannoniere Dzeko ci tiene: non è un’ossessione, ma sarebbe per lui una grande rivincita dopo tutte le critiche e le difficoltà del primo anno di A. Pensava di doversela vedere solo con Icardi e Higuain, invece gli avversari sono aumentati, vedi la super stagione di Belotti e, soprattutto, l’esplosione di Mertens, che guida la classifica con 16 centri. Edin ne ha uno in meno, ma stasera c’è l’occasione giusta per provare a superare il belga, che gli sta dietro nella classifica dei tiri in porta: 47 contro i 56 del bosniaco, saldamente al comando di questa speciale classifica.

ALTERNATIVE – Tempo per riposare Dzeko non ne ha, con il ritorno di Salah dalla Coppa d’Africa e il rientro, tra un paio di settimane, di Florenzi a pieno regime. Qualche turno per rifiatare Spalletti potrebbe concederglielo, tornando alla formula con Perotti finto centravanti. Per adesso però, aiutato anche da un fisico di ferro, da allenamenti sempre in prima fila e da un’alimentazione curatissima, il numero 9 della Roma riesce ad allenarsi con continuità, senza saltare mai una seduta. Spalletti, al netto delle «picconate» per spronarlo, non lo toglie mai dal campo ed è il primo a sapere che tanti dei sogni della sua Roma passano attraverso i suoi piedi. Impensabile un anno fa, quando contro la Fiorentina entrò negli ultimi 4’, giusto il tempo di concedere la standing ovation a Salah.

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