La Roma ora piace a tutti

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Il Corriere dello Sport (R.Maida) – Spalletti ha detto la verità: nessuno vuole lasciare la Roma. L’armonia ritrovata, la qualità del gioco, l’entusiasmo della gente e, ultimi ma non per importanza, gli ottimi risultati hanno infuso nei giocatori uno stato di benessere propedeutico alla prossima stagione.

I PIU’ RICHIESTI – Vale per tutti, anche gli elementi da esporre con maggiore orgoglio internazionale nella showroom di Trigoria. Nainggolan ha fatto sapere ai dirigenti che è ben contento di rimanere, a dispetto del corteggiamento del Chelsea di Antonio Conte. Pjanic idem. Da queste idee nascono le parole pronunciate senza possibilità di equivoco dal presidente Pallotta, che ha assicurato di non essere disposto ad accettare una spoliazione: i gioielli non si toccano. Poi è vero, Pjanic ha una clausola di rescissione ma: 1) non è detto che le società interessate (Bayern al comando) decidano di stanziare 38 milioni per il suo cartellino; 2) è probabile che Pjanic abbia garantito alla società di non voler sfruttare questo vantaggio commerciale e che dunque si rimetta alle volontà e alle esigenze della Roma.

TENETECI – Poi ci sono i precari. E’ bizzarro chiamare così persone che fatturano 2-3 milioni all’anno ma non dev’essere facile, al di là dei lauti compensi, essere sospesi tra una squadra e l’altra. E’ il caso di quattro titolari della Roma: il portiere Szczesny, che è in prestito secco dall’Arsenal; il centrale Rüdiger, che costerà 9 milioni alla Roma per il riscatto pattuito con lo Stoccarda; il terzino Digne, che il Psg non ha ancora accettato di negoziare rispetto all’accordo da 16,5 milioni stabilito un agosto fa; l’attaccante El Shaarawy, appeso ai 13 milioni del cartellino dovuti al Milan, preso a gennaio come se fosse l’ultimo dei reietti e diventato invece un giocatore essenziale per il calcio di Spalletti. Tutti, in tempi diversi, chi pubblicamente e chi privatamente, hanno chiesto alla Roma di essere trattenuti. Perché a Roma, diciamo la verità, si vive meglio che in tanti altri posti del mondo. El Shaarawy e Rüdiger saranno accontentati velocemente, entro la fine di giugno, mentre per gli altri due potrebbe essere necessaria un po’ di pazienza. Tra l’altro, tutti e quattro andranno all’Europeo e di conseguenza non saranno presenti al via della nuova stagione, fissato per il 9 luglio a Pinzolo.

IL CASO – L’attaccamento alla Roma è tale e generalizzato da scivolare in un problema, quando il giocatore che serve meno non si vuole muovere più. La situazione coinvolge De Rossi, che però ha tutto il diritto di sentirsi a casa – è nato a Ostia e tra i tanti tatuaggi sulla pelle ha anche quello invisibile, con la scritta As Roma del tifoso che era – e soprattutto Edin Dzeko. Fateci caso: i due calciatori più pagati della rosa, che gravano sul monte stipendi per circa il 20 per cento, non sono due titolari inamovibili. E di conseguenza potrebbero anche partire, se lo volessero e se trovassero acquirenti che li stuzzicano. E’ dura. E nel caso di Dzeko, a Trigoria si percepisce quella frustrazione per un mondo capovolto in pochissimi mesi: ad agosto migliaia di persone corsero ad abbracciarlo a Fiumicino nel giorno dello sbarco, fiutando di aver finalmente agganciato il centravanti dello scudetto, mentre adesso averlo o non averlo da un punto di vista tecnico sembra ininfluente. Perché Spalletti lo tiene fuori e perché lui stesso, nell’unica partita giocata da titolare delle ultime otto, ha sbagliato tutto (Atalanta-Roma).

SCENARIO – Le cose stanno così: se la Roma riesce a sistemare Dzeko, che guadagna 4,5 milioni netti a stagione fino al 2020, si lancia su un altro attaccante. Il nome giusto può essere quello di Alexandre Lacazette, messo all’asta dal Lione dopo anni di incedibilità: ha scavalcato nel rapporto qualità/prezzo il belga Batshuayi del Marsiglia. Ma andrebbe bloccato prima dell’Europeo che ne potrebbe far lievitare la valutazione. Difficile, perché Dzeko ha detto chiaro e tondo a Sabatini di non voler cambiare squadra, sicuro di potersi riabilitare come fece già a Wolsfsburg e Manchester dopo un inizio deprimente. Magari alla fine la sua tenacia verrà premiata. E il principio rispettato: tutti vogliono la Roma e chi se l’è guadagnata non ha fretta di privarsene.

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