Corriere dello Sport (R. Maida) – Chi sei diventato, Leandro Paredes? Deludente e litigioso nel suo anno alla Juventus, ha comunque reso memorabile la stagione vincendo il Mondiale in Qatar con un ruolo importante. Scartato velocemente da Luis Enrique al Psg, ha meritato comunque la chiamata della Roma e gli elogi di Mourinho. È lecito domandarsi se l’operazione emergenziale varata da Tiago Pinto – andava sostituito Matic che aveva deciso di mollare la compagnia ad agosto – sia stata efficiente.

Il rendimento di Paredes finora non è stato solo inferiore ai tempi d’oro, tra lo Zenit San Pietroburgo e lo stesso Psg, ma anche rispetto al primo periodo da romanista, quando il nostro era un giovane emergente in cerca di gloria e faticava a rosicchiare spazio tra gli esperti roditori del centrocampo.Nessuno poteva chiedergli di essere uguale a Matic, fisicamente e tatticamente. Paredes è stato scelto anzi perché aveva qualità maggiori nell’impostazione del gioco.

Il fatto però è che nei primi mesi a Trigoria raramente ha confermato le caratteristiche migliori: lo scorrimento del pallone, il passaggio intelligente, i calci piazzati non hanno funzionato come Mourinho avrebbe desiderato. È immaginabile tuttavia che Paredes possa ricordarsi il passato da playmaker prezioso. A soli 29 anni, senza uno storico di infortuni che giustifichi particolari preoccupazioni, probabilmente ha solo bisogno di giocare per ritrovare autostima e ritmo. Paradossalmente può essere l’altro centrocampista arrivato da Parigi a concedergli nuove occasioni.