Corriere dello Sport (I. Zazzaroni) – L’inizio è dolce, assurdo, felice. L’intreccio pieno di buone volontà, forte e carico di tensioni. La fine, una lacerazione. Queste parole di Nuria Barrios descrivono perfettamente una storia dalla quale Daniele De Rossi esce lacerato: “Stavolta non torno più”. Dice che ha pagato i risultati: una sola vittoria nelle ultime undici partite e dice che la Roma lo ha cacciato proprio perché lo ha trattato da allenatore senza risultati. Non dice, però, che l’allenatore De Rossi aveva avuto la sua squadra al completo solo il giovedì che ha preceduto la trasferta di Marassi. E dice inoltre, che se pochi mesi prima la proprietà dichiara di investire tre anni e una ventina di milioni lordi su un giovane tecnico molto bravo, per un progetto stile Leverkusen, non può poi bruciarlo dopo appena quattro giornate. Tante cose non posso condividere di questo esonero: i tempi e anche i modi. La scelta di Juric è stata altrettanto sorprendente, ma qui entrano in campo i tempi ristretti e i rapporti con l’agente del croato. Il riso abbonda sulla bocca di Trigoria.