Corriere dello Sport (G. D’Ubaldo) – Una settimana dopo la sconfitta di Bologna si è vista una Roma diversa. Rispetto a quella indolente e sonnolenta del Dall’Ara, contro il Napoli è scesa in campo una squadra con un’altra anima. Dopo aver subito una lezione dagli uomini di Thiago Motta, Mourinho si è fatto sentire. La Roma, sospinta dal suo pubblico, ha ritrovato lo spirito che appartiene al suo dna. Con un atteggiamento molto aggressivo in campo sin dai primi minuti, da squadra operaia. Capace di lottare su ogni pallone, di andare a fare pressing sin dentro l’area del Napoli di Walter Mazzarri, con i due attaccanti che sono stati i primi a sacrificarsi.

La scelta di preferire inizialmente Edoardo Bove a Lorenzo Pellegrini in avvio, va letta proprio in questa ottica. Per fare una partita di combattimento meglio il ragazzino che da poco ha firmato il nuovo contratto. Il suo dinamismo è essenziale in un centrocampo un po’ statico. E’ stato lui il più pericoloso nei primi minuti, ha scheggiato la traversa, ha tirato addosso a Meret tre minuti dopo, su assist di Belotti, nel momento migliore del la Roma. Quando la feroce volontà degli uomini di Mourinho era già chiara.

Pellegrini incarna quello spirito battagliero che la Roma ieri è riuscita a tirare fuori, per arrivare alla nona vittoria nelle ultime dieci partite all’Olimpico. Il gol aiuterà il capitano a crederci, per tornare ai suoi livelli, dopo mesi di sofferenze e tormenti per infortuni infiniti. E il sigillo finale di Romelu Lukaku conferma le potenzialità di questa squadra, che lotterà fino alla fine per tornare in Champions. Il sesto posto di oggi può essere migliorato. Basterebbe che la squadra giallorossa giocasse sempre con questa determinazione.