Gerson, meglio tardi che mai: «Per me è una nuova vita»

Corriere della Sera (G.Piacentini) – La partita tra la Roma e la Fiorentina era ancora in corso, ma sui social network tra i tifosi romanisti già circolava l’hastag #scusateilritardo. Il protagonista era il brasiliano Gerson, schierato ieri a sorpresa da Eusebio Di Francesco nella formazione titolare da esterno alto e autore dei suoi primi gol con la maglia della Roma: due, uno più bello dell’altro. L’oggetto misterioso della passata stagione, il calciatore strappato dall’ex d.s. Walter Sabatini alla concorrenza del Barcellona a suon di milioni (19 compresi i bonusi) e poi sparito dai radar di Spalletti, che da dicembre 2016 a maggio di quest’anno non gli ha concesso nemmeno un minuto di campo, è rinato grazie alla cura-Di Francesco. Il nuovo allenatore della Roma ha avuto modo di studiarlo fin dal ritiro, gli ha concesso fiducia anche in gare importanti come quella di Londra col Chelsea, e lo ha ricostruito sia dal punto di vista tattico che psicologico. «Lo seguivo dai tempi del Sassuolo – l’ammissione del tecnico romanista – giocava esterno alto. Quando sono arrivato mi è stato presentato come centrocampista, ma ha le qualità per adattarsi benissimo come esterno alto a destra. Infatti ha interpretato questo ruolo al meglio».

In pratica Di Francesco non solo ha recuperato un calciatore che lo scorso anno sembrava irrimediabilmente perso – la Roma a gennaio lo aveva ceduto al Lille ma poi il brasiliano ha rifiutato la destinazione ed è tornato a Trigoria -, ma ora lo può utilizzare in più di un ruolo. La partita di Firenze rimarrà impressa nella memoria di Gerson, che ha chiesto il cambio a dieci minuti dalla fine a causa dei crampi, come un punto di svolta della sua carriera. «Per me è un nuovo inizio – le parole a fine gara del brasiliano – sono stato molto contento per aver segnato una doppietta, ma tutta la squadra è andata benissimo e mi ha dato grande fiducia». Fatica a trattenere il sorriso, l’ex Fluminense, che ieri ha vissuto la sua giornata più bella da quando è arrivato nella Capitale. «Ringrazio Dio, tutta la squadra e l’allenatore. Che ruolo preferisco? Non è importante, io devo solo pensare a giocare bene per la Roma». Come ha fatto ieri pomeriggio.

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