Garcia adesso gioca da solo

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Il Messaggero (U.Trani) – Meglio fare gruppo, perché l’aria che tira dentro la Roma è davvero pesante. Per tutti. Il summit a Trigoria tra Garcia, Baldissoni e Sabatini ha solo questo significato. L’allenatore con il management italiano, senza coinvolgere la proprietà e i suoi uomini di fiducia (il ceo Zanzi è in Cile). L’incontro è servito anche mediaticamente: il messaggio di unità da mandare all’esterno per chiudere l’antipatica parentesi prenatalizia. Offerto in silenzio, perché oggi non c’è chi, in pubblico, ha la forza e il coraggio di garantire che la posizione del tecnico è solida. Dagli Usa non lo permettono, anche se poi ogni giorno è buono per raccontare una storia diversa a cui, però, non crederebbe più nessuno. Tra dg, ds e allenatore, comunque, non è stato nemmeno necessario chiarirsi su quanto accaduto da domenica 20 dicembre, dopo il successo contro il Genoa. Sabatini aveva già contattato nei giorni scorsi il francese per tranquillizzarlo. Ma Rudi non si è certo illuso per la chiamata del dirigente. Ha recepito che quella è solo mezza verità. L’altra è più delicata: il contatto con Spalletti, individuato come successore in corsa e bloccato dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia. L’ex allenatore dello Zenit è stato lasciato per ora in stand by. Pallotta e Zecca hanno scelto: toccherà a lui, se la situazione all’inizio del nuovo anno dovesse precipitare.

ULTIMA CHANCE – Il vertice a pranzo, proprio per alleggerire la tensione. A tavola, il menù tradizionale. Proposto come tante altre volte in passato. Ricordando che sono solo 4 i punti di distacco dall’Inter capolista: la Roma, dunque, è in piena corsa per lo scudetto, pure se nel 2016 ripartirà dal 5° posto. E presto giocherà anche gli ottavi di Champions contro il Real. Solo il dolce, alla fine. Niente amaro. Cioè l’addio alla Coppa Italia e al gioco. Ma Baldissoni e Sabatini avranno dovuto spiegare a Garcia come stanno effettivamente le cose. Se sul piatto, servito all’esterno, finisce solo la realtà virtuale, bisogna prendere atto anche di che cosa pensa invece Pallotta. Che avrebbe esonerato il tecnico prima di Natale. A schierarsi al fianco del francese proprio Baldissoni e Sabatini. Magari promettendo al presidente di portare, a giugno, Conte o Emery a Trigoria. O forse pensando a difendere, oltre all’allenatore, il loro territorio, sul quale sanno benissimo di essersi impantanati. Il partito dell’opposizione, per il momento, fa blocco davanti alla proprietà che ha una gran voglia di cambiare. Con Spalletti, promosso da Zecca e gradito a Pallotta.

LAVORI FORZATI – Sulle sabbie mobili, però, non si sta al sicuro. La tappa di Verona, il 6 gennaio contro il Chievo, sarà subito decisiva per il futuro di Garcia. E, in questo senso, la riunione tra l’allenatore, il suo staff e i preparatori scelti dalla proprietà è sembrata sicuramente più interessante di quanto lo sia stata quella tra i dirigenti e l’allenatore. Anche qui, mediaticamente, il servizio ha funzionato a meraviglia. La piazza ha avuto quanto chiesto. I giocatori della Roma, prima e dopo Capodanno, faticheranno in allenamento come non accadeva da tempo. Oggi, dopo pranzo, la ripresa degli allenamenti, poi subito 3 doppie sedute: il 30 e 31 dicembre e il 2 gennaio. La squadra non si fermerà nemmeno il 1°: appuntamento fissato al pomeriggio.

RESPONSABILE UNICO – Ha deciso l’allenatore, in prima persona. Finora erano stati Norman e Lippie, preparatori imposti dal presidente, a dettare il lavoro e a scegliere il metodo. Adesso ogni input spetterà al francese. Che, giocandosi il posto, non intende più delegare a nessuno. La Roma è la squadra della serie A che, dopo il Carpi, corre di meno. E sono già 11 gli infortuni muscolari di questa stagione. Il francese prova insomma a voltare pagina. E c’è chi già lo segue. Manolas si allena da due giorni, Stroootman e Iago Falque da uno. Totti non si è fermato neppure a Natale e ha avuto l’okay, dopo i controlli di ieri a Villa Stuart, per forzare.

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