Il Tempo – «Finalmente abbiamo giocato in 11»

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La Roma si muove a velocità diverse durante la gara, tanto che gli stessi protagonisti iniziano a domandarsi il perché. In modo sibillino ci prova Nainggolan nel post gara: «Se giochiamo in 11 e tutti diamo il 100% allora possiamo ritrovare la Roma. Se uno o due non sono al massimo troviamo molte più difficoltà».

I riferimenti magari non sono casuali o forse si è trattato solo di un fraintendimento. Come spiegato dal centrocampista belga ad un tifoso su twitter: «Ma quale critica, era solo un messaggio in generale alla squadra». La spiegazione infatti poteva essere interpretata pure in questo senso: «La dimostrazione l’abbiamo avuta con Iturbe e Florenzi che hanno giocato una buona partita difendendo bene quando la Fiorentina attaccava. Abbiamo dimostrato di avere voglia di riprenderci. A lunghi tratti mi è sembrata la Roma prima di gennaio». Con la migliore delle aspettative possibili: «Non abbiamo perso fiducia, ora stiamo calmi e continuiamo a dare il massimo tutti. Può essere un punto di partenza». Riuscire a segnare al Franchi era la priorità per i giallorossi, convinti comunque di aver gettato la possibilità di tornare nella capitale con un bottino maggiore: «Meritavamo di vincere – continua Nainggolan – solo da un errore nostro sono riusciti a farci gol. Stavolta il nostro gioco mi è sembrato più fluido». Il numero 4, che sarà costretto a saltare la gara di ritorno per squalifica, si è reso protagonista anche al termine della gara, immortalato dalle telecamere mentre discuteva animosamente con qualche tifoso della Fiorentina. Con una ragione molto semplice: «Ce l’avevo con un paio di tifosi viola che urlavano frasi razziste a Keita».

D’altronde anche durante la gara sono stati avvertiti numerosi «ululati» da parte di una sparuta minoranza all’interno della curva Fiesole nei confronti di Keita e Yanga Mbiwa. Nonostante la tolleranza zero utilizzata dalla Uefa soprattutto nelle competizioni internazionali, nessun fascicolo è stato aperto dai delegati presenti al Franchi.

Il Tempo A. Serafini

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