Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport trattando – tra i vari temi – anche quello dei Friedkin che hanno investito molte risorse nella AS Roma. Queste le sue parole in merito:
Si prevedono cambiamenti nei vertici istituzionali del nostro calcio, ma i problemi del sistema dipendono più dagli uomini o dai regolamenti?
lo credo che questo immobilismo sia una malattia italiana. Dobbiamo mettere il calcio in protezione, facendo rispettare le regole e percorrendo nuove strade. Ma in Italia non riusciamo mai a farlo.
In questi anni sono entrate nel calcio italiano tante proprietà straniere che si pensava potessero portare novità e conoscenze. Invece non sono riuscite a modernizzare il sistema…
Purtroppo è vero. Non si riesce a cambiare il sistema per ottenere più risorse e garantire un equilibrio tra entrate e uscite. Chi investe nel calcio italiano oggi deve continuamente ripianare e mettere altri soldi: un pozzo senza fondo. Io nel secondo triennio della mia presidenza ho messo gli stessi soldi del primo triennio… I Friedkin credo abbiano investito nella Roma già quasi un miliardo. La verità? L’unico momento in cui le proprietà potranno rientrare delle spese sostenute è quando rivenderanno il club, se non sono andate in bancarotta prima. Perché nel club, finché ce l’hanno, continueranno a mettere soldi su soldi.
Lei ama l’Italia ed è un appassionato di calcio, ma ragionando solo come imprenditore ricomprerebbe un club italiano?
Non rimpiango nulla. Avevo molte offerte per investire in America e in Europa, ma volevo farlo in Italia perché è il mio Paese di origine e non perdo l’entusiasmo. Anche se per andare avanti non smetti mai di spendere. Poi i tifosi si offendono se dici: “I soldi li ho messi io e decido io cosa fare per il bene del club”. Ma una cosa è certa: io la bancarotta la lascio fare ad altri. Con me non succederà. Non lascerò la Fiorentina in un percorso finanziario senza futuro.