Fazio, l’uomo del Sud: «Qui per vincere»

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Il Corriere Dello Sport (R.Maida) – E’ alto solo tre centimetri in meno di Manu Ginobili, un altro argentino di sangue italiano che ha deciso di vincere tutto nel basket, ma ha capito che il suo sport era un altro. E per assecondare il destino ha lasciato molto presto Buenos Aires, nonostante un tifo indiavolato per il Boca, passando direttamente dalla serie B argentina alla Liga spagnola, dove il Siviglia si era accorto delle sue qualità fisiche e tecniche e l’aveva voluto in Andalusia.

NOI DEL SUD – Federico Fazio è un gigante dagli occhi dolci: imponente nella figura, rassicurante nel portamento, persino timido nell’eloquio. Ma ha idee molto chiare e progetti assai nitidi. Viene dal Sud del mondo, ha giocato nel Sud della Spagna e nel Sud dell’Inghilterra, conoscerà presto la Curva Sud. Anche questo era scritto, studiando la storia della sua famiglia: il nonno paterno era siciliano di Erice, è emigrato in Argentina durante la seconda guerra mondiale, mentre la mamma è di Salerno. Ha incontrato papà Franco, che oggi gli fa da manager, ed è nato l’amore. «Bei posti, incantevoli, li ho visitati in vacanza» racconta Fazio mentre mostra ai fotografi la maglia numero 20 della Roma, che già gli ha portato fortuna: al debutto è stato subito determinante con un colpo di testa nell’amichevole vinta a Latina.

LO SBARCO – Non è stato invece un colpo di testa a spingerlo verso l’Italia. Al Tottenham aveva fatto il suo tempo, non interessava più mentre il “suo” Siviglia non era riuscito a rilanciarlo negli ultimi sei mesi in prestito. Era arrivata l’ora di un cambiamento radicale. E quale posto migliore di Roma, dove già giocava l’amico fraterno Perotti? «Diego è un caro amico, ero venuto a trovarlo a marzo. Lui era appena arrivato e già allora mi parlava in termini entusiastici della Roma, della città, dell’affetto dei tifosi. Mi aveva detto da subito che questo è un grandissimo club. Poter condividere momenti di calcio in due club, avendo già passato 7 anni insieme a Siviglia, è davvero bellissimo».

AMBIZIONE – Ha un modello, come difensore: «Walter Samuel. Lo adoravo. Ma anche Gabriel Milito è stato un punto di riferimento per me». Milito non è entrato nella vita della Roma, lo ha fatto più suo fratello Diego da avversario nell’Inter del triplete, mentre Samuel nella Roma ha vinto lo scudetto, l’ultimo scudetto, 15 anni fa. Fazio parla apertamente, spera di imitarlo: «Sono venuto qui per vincere, già da quest’anno. Questa è la mia mentalità, di carattere sono un competitivo. E la Roma è costruita per lottare per il vertice su ogni fronte: campionato, coppa nazionale, coppe europee. Tre parole contano nel calcio: competere, competere, competere». Facile.

RINCORSA – Non sarà semplice però conquistare un posto in squadra, «a prescindere dalla difesa a tre o da quella a quattro»: in carriera, anche nel periodo migliore sivigliano, non ha mai giocato più di 28 partite in campionato. E nell’ultima stagione, tra Tottenham e Siviglia, ha raccolto solo 7 gettoni. «E’ andata così – chiarisce Fazio ma non ho alcun problema fisico. Anzi mi sento molto bene e sono pronto a dare il massimo per la Roma. Dopo aver conosciuto la Liga e la Premiership, giocare in Italia era un mio obiettivo. Lo è sempre stato». Lo aveva nel sangue. Sempre con lo sguardo rivolto a Sud.

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