Eurofortezza

Corriere dello Sport (R.Maida)Zemaniano a chi? Rideva con la forza del rispetto, Eusebio Di Francesco, quando preventivamente accostavano il suo stile di gioco a quello del maestro, suo allenatore alla Roma nel biennio 1997-99. Ma i tempi cambiano e le situazioni pure. Oggi Di Francesco ha la migliore difesa del campionato e, con cinque gol subiti in nove partite, è quinto nella classifica europea considerando i cinque principali campionati.

SORPRESA – Davanti alla Roma in questo inizio di stagione ci sono tre grandissime squadre e un’insospettabile outsider: accanto al rinnovato Barcellona di Ernesto Valverde, al Manchester City tritacarne di Guardiola e al Manchester United di Mourinho c’è il minuscolo Leganés, che per la prima volta gioca la Liga spagnola dopo la clamorosa promozione della scorsa primavera. Espressione di un comune di 11.000 abitanti appena fuori Madrid, il Leganés ha concesso appena 3 gol in 9 giornate, spalmati su 2 partite che sono costate altrettante sconfitte. Il portiere Ivan Cuellar, che ha 33 anni e un breve passato nell’Atletico Madrid, ha tenuto quindi la porta chiusa sette volte su nove. Una in più di Alisson, che però può aggiungere alla sua collezione lo 0-0 di Champions League contro l’Atletico Madrid. Curiosamente, anche il Leganés ha costretto in campionato Simeone sullo 0-0. E non prende gol da 487 minuti: l’ultimo è stato fatale sul campo dell’Eibar.

TRASFERTE ZERO – La Roma però può vantare il record da esportazione: non ha ancora subito reti lontano dal giardino di casa, almeno in campionato. Quattro partite, quattro vittorie. Invece le quattro squadre che sono messe meglio in questa speciale classifica hanno diviso i gol tra casa e trasferta.

SPIEGAZIONE – In questa ricerca della perfezione difensiva, anche a costo di essere meno efficaci in attacco, si è inserito con profitto Hector Moreno: con lui titolare, la Roma ha passato indenne gli esami Torino e Crotone senza mai concedersi all’avversario. Moreno ieri ha provato a spiegare la solidità della Roma attraverso un lavoro sistematico di sviluppo collettivo. «Per noi – ha detto a Sky – è molto importante l’apporto degli attaccanti. La fase di non possesso comincia in alto. Se davanti sporcano i palloni spezzando le trame delle altre squadre, per noi è più facile intervenire. Soffriamo tutti di meno. E questo obiettivo viene raggiunto grazie al grande lavoro che svolgiamo in allenamento». Moreno ha parlato anche dell’adattamento al nuovo calcio e alla nuova squadra dopo quattro anni di Spagna e sei di Olanda: «Tutto sta andando meravigliosamente. Allenatore e compagni sono stati bravissimi perché mi hanno lasciato un po’ di tempo per integrarmi. Tra Olanda e Italia ci sono tante differenze, sia sul piano tattico che psicologico: qui il livello è più alto, non puoi permetterti neanche un errore».

ALTI – Nel proteggere la difesa sta funzionando molto bene la manovra di recupero palla nella metà campo avversaria: in questo senso un centrale come Fazio, che tiene alta la linea e aggredisce gli attaccanti delle altre squadre evitando di arretrare, consente di compattare le linee senza sacrificare l’equilibrio. Al resto provvedono un pressing razionale, che prevede di creare densità attorno al pallone in attesa dell’errore altrui, e l’alta percentuale di possesso: se tieni palla per il 70 per cento della partita, come in media è successo con Torino e Crotone, è scontato faticare di meno nella fase difensiva.

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