Tuttosport (D. Marchetti) – Nel calcio, come nella vita, esistono le sliding doors e Roma-Milan è una di quelle. Una gara che racchiude molto di più dell’accesso alle semifinali dell’Europa League. In palio c’è la Roma che verrà, a cominciare dal futuro del tecnico. Assicurarsi un posto tra le prime quattro della seconda competizione Uefa più importante vorrebbe dire, non prenotare un posto sulla panchina del prossimo anno, ma sicuramente mettere i Friedkin e la Ceo, Lina Souloukou, nella condizione di considerare De Rossi come il candidato principale. Sette giorni fa a Milano ha sorpreso tutti con la mossa di El Shaarawy a destra per contenere la coppia Leao-Theo Hernandez. Adesso dovrà inventarsi dell’altro.

Il modulo sarà il 4-3-3 con Mancini e Smalling a tentare di fermare le offensive rossonere, difendendo l’1-0 dell’andata. Ma nell’idea di calcio di De Rossi non esiste il concetto di barricarsi per mantenere il vantaggio acquisito. A fare la differenza, poi, sarà l’atteggiamento della squadra. Ai suoi giocatori sta chiedendo il famoso centimetro in più di Al Pacino in “Ogni maledetta domenica”. Soprattutto a fronte di un’assenza, quella dello squalificato Cristante, che sposta tanto in chiave di duelli ingaggiati a centrocampo.