Cole preso a pugni da una modella inglese in un nightclub: labbro rotto per il terzino. “Pensa di poter trattare le donne come spazzatura”

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THE SUN – La modella di Playboy, Carla Howe, sostiene di aver colpito con tre pugni in faccia Ashley Cole, terzino sinistro della Roma. La ragazza ha affermato di aver lasciato il calciatore con il labbro rotto in un nightclub nelle prime ore di questa mattina. Melissa, gemella della modella ‘picchiatrice’, ha avuto una relazione con Cole nella casa in cui lui viveva con l’ex moglie Cheryl Ann Fernandez-Versini, meglio conosciuta come Cheryl Cole. La Howe ha dichiarato di aver aggredito l’ex Chelsea al Tramp Club di Londra alle 5 del mattino e che è stata trascinata via dalla sicurezza. Queste le sue parole:

L’ho preso a pugni per tre volte e molto duramente, inoltre nella mia mano destra, quella con cui lo colpivo, indossavo un anello. Ashley mi aveva seguito dalla sezione VIP nella zona dell’atrio e mi si è messo faccia a faccia. A quel punto mi sono scagliata contro di lui. Ashley gridava ‘Mi ha rotto il labbro’. Sono stata portata via dalla sicurezza, ma un amico mi ha detto che lui non riusciva a parlare dopo i miei colpi. Se lo meritava, pensa di poter trattare le donne come spazzatura. Stavo difendendo me stessa e mia sorella“.

Poco dopo il presunto incidente Carla ha postato su Twitter, vantandosi di aver colpito Cole: “Sono felice, dopo che lo aspettavo da tempo sono riuscita a picchiare @therealAC3“. Il cinguettio è stato poi cancellato. La storia di Cole con Melissa Howe, gemella della modella, risale al 2013, ma Melissa non era presente al club. Carla invece sì: “Ho visto Ashley nell’area VIP. Indossava una camicia bianca ed era con il suo autista. Continuavano a guardare verso di me e penso che mi avessero scambiato con la mia gemella. Ad un certo punto mi sono allontanata dal bar e Ahsley mi ha seguita. Lui ha iniziato a blaterare cose ad alta voce e ho pensato che stesse cercando di farmi buttare fuori dal club. Questo perché mia sorella aveva parlato pubblicamente del loro rapporto. Non è colpa mia, mi si era avvicinato, eravamo faccia a faccia. Dovevo fare qualcosa. La sua sicurezza non si è mossa“.

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