9 gennaio 1977: il primo gol del CUCS

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AS Roma Match Program (T.Riccardi)9 gennaio 1977 all’Olimpico appare per la prima volta lo striscione del Commando Ultrà Curva Sud. Quel giorno – 39 anni fa, oggi – è in programma Roma-Sampdoria, dodicesima giornata del girone di andata. Finisce 3-0 per i giallorossi allenati da Liedholm. Il primo gol del match lo segna Giuliano Musiello, numero 9 in quell’occasione. Di fatto, il primo gol del CUCS è suo, di quel centravanti che nella Capitale non riuscì a lasciare un segno indelebile: 62 presenze, 13 gol.

Lo ricorda quel pomeriggio, Musiello?
“Eccome. Andammo subito in vantaggio grazie a una mia giocata in area di rigore. Rocca fece un’azione delle sue sulla fascia sinistra, mise al centro e io fui bravo a eludere il difensore avversario e di mettere alle spalle del portiere della Sampdoria, Cacciatori. Lo stadio non era pieno come nelle migliori occasioni (40.000 spettatori circa, ndr), ma il boato appena la palla entrò in rete ce l’ho ancora in mente. La vostra tifoseria è sempre stata speciale, un’altra cosa rispetto alle altre”.

Dei suoi anni romani cosa le è rimasto?
“A Roma mi sono trovato bene. Arrivai ventunenne dall’Avellino, dove in Serie B conquistai il titolo di capocannoniere. È vero, sarebbe potuta andare meglio, magari segnando di più, ma non rinnego nulla. Anzi”.

Tra i compagni di squadra di allora c’era un certo Sabatini, oggi direttore sportivo della Roma.
“Vero, era un bel giocatore Walter anche se non rimase tantissimo. Un trottolino che sapeva inserirsi nel migliore dei modi nel gioco di Liedholm. Anche se la fonte principali di tutte le azioni di attacco era un altro giocatore…”.

Vale a dire?
“Francesco Rocca. Con il suo incedere sulla fascia sinistra creava la maggior parte delle nostre palle gol. Con lui sulla corsia mancina riuscii a segnare sette gol al primo anno. Era una vera e propria ira di Dio. Peccato che fu costretto a lasciare il calcio così presto. In quel gruppo ricordo pure Bruno Conti, altro grandissimo. Qualche volta mi capita di sentirlo al telefono”.

E con Liedholm com’era il rapporto?
“Ottimo, anche se la prima cosa a cui penso quando qualcuno me lo nomina non riguarda il calcio…”.

Racconti.
“Mi rimproverava di non mangiare un piatto tipico piemontese, la bagna cauda. Come ricorderete, lui aveva una proprietà in Piemonte. Ci andava spesso. Me lo sottolineava ogni volta: “Tu sei friulano e non la mangi. Io sono svedese e ne vado pazzo. Come è possibile? Devi rimediare””.

Nel suo biennio giallorosso il presidente della società, invece, era Gaetano Anzalone.
“Con lui non c’era un grande rapporto, dico la verità. Non c’è mai stato un feeling particolare. Non veniva quasi mai al campo e quando lo faceva, si rivolgeva più ai veterani come De Sisti o Santarini, piuttosto che a noi giovani”.

Oggi di cosa si occupa?
“Dirigo la scuola calcio femminile “Musiello” di Saluzzo, un piccolo comune piemontese in provincia di Cuneo. Abbiamo tre squadre: una in Serie B nazionale, una in primavera e la terza in Serie D. Il centro è impegnativo, abbiamo pochi volontari, quindi bisogna lavorare duramente per far funzionare tutto al meglio. Per questo, raramente mi sposto da casa”.

La Serie A, però, continua a seguirla?
“Come no, resto un appassionato di calcio. Su Sky vedo sempre le partite del campionato. Non tifo per nessuno, ma seguo la Roma con un occhio particolare avendoci giocato. Peccato che non abbia vinto a Verona contro il Chievo: una squadra che segna tre gol in trasferta deve portare a casa i tre punti. Speriamo possa rifarsi subito con il Milan”.

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