Corriere dello Sport (C. Zucchelli) – Niente feste con centinaia di invitati, niente lustrini, solo una cena con la famiglia e qualche amico stretto. Sarà che la stagione è stata lunga e faticosa, e anche un po’ meno brillante rispetto alla precedente; sarà che 50 partite sulle gambe, tra Roma e Nazionale, si fanno sentire. E sarà pure che la delusione di Budapest è davvero troppo fresca e Pellegrini, da capitano, la sente ancora addosso. Per questo, terminati gli impegni azzurri, ha raggiunto la famiglia a Forte dei Marmi: lo aspettavano la moglie Veronica, al sesto mese di gravidanza, e Camilla e Thomas, i figli che magari renderanno un po’ meno rilassante la vacanza ma, sicuramente riempiranno le sue giornate.

DA GARCIA A MOU. Ventisette anni, Pellegrini è atteso da quella che potrà essere la stagione della sua consacrazione: ha ormai l’età e l’esperienza per prendersi la Roma definitivamente sulle spalle, oltre a un allenatore ne diventerà quello con cui avrà giocato più partite. È a quota 89 con Mou in panchina, salvo sorprese supererà presto le 116 con Di Francesco e ritroverà sulla sua strada quel Rudi Garcia che per primo ne intuì le potenzialità regalandogli l’ esordio in Sere A. Chissà se il neo allenatore del Napoli poteva anche solo immaginare che quel ragazzo alto e magro sarebbe poi diventato l’erede di Totti e chissà se poteva immaginare lo lo stesso Pellegrini. Oneri e onori, comprese quelle critiche spesso troppo eccessive che si trova a fronteggiare chi e capitano della squadra della sua città.

LA PREMIER GUARDA. Non è un caso che Pellegrini piaccia molto all’estero, anche se in questo momento imaginare un suo addio alla Roma appare fantascienza. Ma certo la Premier ha i soldi, e anche gli argomenti, per intavolare una trattativa, ma la società e lo stesso giocatore hanno tutta l’intenzione di continuare insieme a lungo. I tempi, naturalmente sono cambiati basti pensare che prima compleanni di Totti riempivano pagine di giornale e social mentre quello di Pellegrini mediaticamente è passato in sordina, ma c’è una cosa che non è cambiata: i tifosi, non i leoni da tastiera, riconoscono a Pellegrini tutti i gradi e le caratteristiche del vero capitano e lui da questo deve ripartire. Sa bene che per un giocatore del suo livello l’ ultima stagione non è stata eccellente ma sa anche di aver giocato, spesso, in condizioni non perfette e per questo la preparazione rivestirà un ruolo cruciale.

QUOTA 100. Anche perché Pellegrini, squalificato alla prima di campionato ha da tempo uno staff che lo segue al meglio e quindi prima o poi raccoglierà i frutti del suo lavoro. Anche se 100 partite negli ultimi due anni non sono un bottino da poco sono la risposta a chi spesso gli da del giocatore sempre infortunato. Le parole, però, le porta via il vento, i numeri no. Basta solo, ogni tanto gestirsi un po di più.