Corriere dello Sport (R. Maida) – Tra un balletto su Tik Tok e un bagno in mare, Nicola Zalewski nota che i giorni scorrono senza che i procuratori o la Roma lo allertino per possibili scossoni di mercato: al momento non è prevista una sua cessione, né un rinnovo del contratto.  È un momento di attesa vigile, di valutazioni reciproche, di speranza e convenienza. Ma la sensazione è che Tiago Pinto, sistemando giocatori anche più giovani del polacco di Poli, sia riuscito a proteggerne il futuro a Trigoria. Zalewski non è una semplice plusvalenza, Zalewski è un talento ancora parzialmente inespresso.

Non ha vissuto una grande stagione, questo no. Anzi era lecito attendersi qualcosa di più da un ragazzo che nei primi sei mesi giocati tra i grandi sembrava per qualità e carattere già pronto per qualunque teatro: non si recita sul palco di una finale europea da titolare se non si assimila con serenità il salto tra il calcio giovanile e quello dei professionisti. Eppure l’anno della consacrazione è stato deludente, nonostante il paradosso dei primi due gol segnati con la maglia della Roma (entrambi in campionato).

Zalewski ha pagato certamente la disponibilità a giocare in più ruoli, compreso l’esterno di fascia destra che non gli si addice, ma anche un certo assestamento psicologico alla vita degli idoli. Nel suo magico 2022 Nicola si è trovato a passare tra il mondo degli sconosciuti a un campionato del mondo. Non dev’essere un cambiamento semplice, anche se il nuovo status è molto affascinante. Insieme agli onori arrivano gli oneri che per un ragazzo di 20-21 anni rappre sentano un improvvisa assunzione di responsabilità.

Ma sul suo valore nessuno dubita nella Roma. Non Mourinho, che gli ha regalato un’inizio fulminante sistemandolo in una posizione da “quinto” che non aveva mai coperto in tutti gli anni passati nel vivaio, e neppure Tiago Pinto, che non ha ricevuto proposte irrinunciabili per cederlo e in ogni caso è felice di essere riuscito a trattenerlo (almeno per ora). Presto chiamerà sia lui che Bove, i due manufatti del 2002, per parlare di possibile rinnovo: i contratti fino al 2025 sono diversi l’uno dall’altro – Zalewski guadagna circa il doppio di Bove – ma devono essere adeguati al nuovo livello, anche per scongiurare tentazioni centrifughe. Bove, in particolare, ha un’offerta importante dal Bologna che vorrebbe cortesemente declinare.