Via il ct, Tavecchio no. La soluzione? Ancelotti

Il Tempo (S.Pieretti) – Carlo Ancelotti l’uomo del Rinascimento calcistico italiano, il ct da cui ripartire per ritrovare dignità e competitività. Già martedì sera la Federcalcio – attraverso alcuni intermediari e si parla di un intervento anche di Malagò si è mossa per contattare l’allenatore emiliano che, clamorosamente, ha aperto scenari inimmaginabili in chiave azzurra. Tavecchio lavorerà nella prossime ore per portare a termine l’operazione di rilancio. Un’ipotesi a cui aveva pensato ancor prima di giocare l’andata con la Svezia: telefonata in Cina per sondare la disponibilità di Fabio Capello, che ha declinato l’invito. Ieri il presidente ha esonerato Ventura, confermando però se stesso al proprio posto. Se avesse potuto, lo avrebbe fatto anche l’allenatore ligure che non ha preso minimamente in considerazione l’idea di dimettersi, nonostante il corso fallimentare della sua squadra. Non resterà nel cuore dei tifosi, rimarrà nei libri di storia, le pagine sportive lo inchioderanno alle proprie responsabilità a tempo indeterminato. Anche il presidente federale si è detto «indisponibile alle dimissioni» davanti al Consiglio federale: le voci che si erano già fatte largo nei giorni scorsi hanno trovato certificazione nelle parole di Damiano Tommasi che uscendo dagli uffici federali di via Allegri ha ufficializzato la decisione di Tavecchio criticando la mossa del suo presidente. «Non si risolvono i problemi del sistema calcio con l’esonero di Ventura – sottolinea il presidente dell’Assocalciatori – noi pensiamo che non si possa non ripartire dal rinnovo delle cariche federali. Ancelotti? Non saprei, ce ne siamo andati, non abbiamo voluto sentire altro. Come consigliere federale ritengo che le cariche vadano azzerate».

Non è dello stesso avviso Tavecchio che cerca un rilancio clamoroso per restituire credibilità al proprio lavoro. «Oggi ho parlato con Gian Piero Ventura, e gli ho comunicato che non abbiamo più necessità della sua collaborazione – ha sottolineato il presidente al termine del Consiglio Federale – da oggi lui non è più l’allenatore della nostra Nazionale. Abbiamo anche pensato a orizzonti di allenatori importanti, e vedremo possibilmente di portarli a termine. Ho convocato il Consiglio federale per lunedì dove esporrò un programma tecnico organizzativo e delle proposte collegate ad alcune leghe. Presenterò questa proposta in modo tale che il Consiglio possa discutere su questo progetto». Delle dimissioni, nessun accenno. Domanda scontata, che i cronisti non hanno avuto modo di sottoporre a Tavecchio che ha evitato di fare la classica conferenza stampa imponendo unicamente ai media una sua dichiarazione. Segnale di debolezza estrema, nel momento in cui all’interno del Consiglio si contano i voti per capire se c’è ancora la maggioranza. L’Assocalciatori sta all’opposizione, gli allenatori più che mai allineati a Tavecchio, col vicepresidente federale Renzo Ulivieri, mai come oggi è filo governativo; abbandonato il colbacco nel cassetto dei vecchi ricordi, si è lanciato contro il presidente del Coni Giovanni Malagò. «Non lo riconosco più come capo dello Sport – afferma Ulivieri – è stato inopportuno nelle dichiarazioni di martedì, si è fatto una domanda e si è risposto da solo».

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