Ultima chiamata per l’Europa

Il Messaggero (A. Angeloni) – Una settimana per l’Europa: giovedì, ritorno degli ottavi di finale di Conference League contro il Vitessedomenica il derby che sa di finale per un posto in Europa League. Sintesi del discorso: Champions addio, resta la strada di scorta.

Il quarto posto era difficile da raggiungere prima, lo è ancor di più dopo il pareggio di Udine e la vittoria della Juve contro la Sampdoria, che ora ambisce – non ufficialmente – alla volata scudetto. Il quinto e sesto posto restano il traguardo più nobile di una stagione fatta di troppi alti e bassi: la Roma viene da otto risultati utili consecutivi, che sono il frutto di quattro vittorie e quattro pareggi. In mezzo c’è l’exploit contro l’Atalanta, per il resto abbiamo registrato spesso prestazioni poco conformi alle attese, un trend non troppo diverso dagli inizi della stagione.

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Basti ricordare i pareggi ottenuti nei recuperi contro Sassuolo Udinese, quello a ridosso del novantesimo con il Verona e quello con il Genoa (vittoria negata per il gol annullato a Zaniolo, pure quello nel recupero). Se aggiungiamo la rete di El Shaarawy nella sfida di andata con il Sassuoloi punti ottenuti in extra time sono sei (sono compresi i tre di La Spezia). Una Roma da ultimo respiro, insomma, che spesso si è salvata in extremis. Ed è una qualità.

E ora proprio in extremis potrà/dovrà raggiungere l’obiettivo Europa League, o passando attraverso la vittoria della Conference oppure arrivando quinta o sesta. Non si sa ad oggi quale sia la strada più semplice. Guardando la classifica e il calendario, forse appare più probabile sperare nella finale di Tirana e magari vincerla.

Vincere il derby – oltreché passare il turno in Conference – è obbligatorio per il controsorpasso e per non restare troppo staccati e rincorrere, avendo un calendario tutt’altro che favorevole (trasferte al Franchi, a Napoli e a Milano, quelle più complicate). Obbligatorio anche per via del derby perso all’andata: un’altra sconfitta sarebbe deleteria e il pari, probabilmente, non utile per fare un salto verso l’alto, ma ti lascerebbe nel limbo.

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