Totti, un compleanno amaro ma Ilary: arriva il terzo figlio

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Corriere Della Sera (G. Piacentini) – Messaggi d’auguri per i suoi 39 anni gli sono arrivati da tutte le latitudini. Ma forse il regalo più importante gliel’ha fatto la moglie Ilary Blasi che durante la prima puntata de «Le Iene» ha annunciato pubblicamente la sua terza gravidanza. Naturalmente tra i primi a fare gli auguri al capitano la Roma, il suo allenatore Rudi Garcia, i compagni attuali (Miralem Pjanic, Gervinho, Manuel Iturbe, Mohamed Salah, Radja Nainggolan) o del passato (Marco Cassetti, Vincent Candela, John Arne Riise, Pablo Osvaldo), avversari storici (Javier Zanetti), campioni di altri sport (Gigi Datome) e personaggi del mondo dello spettacolo (Antonello Venditti e Lorella Cuccarini). La Lega di Serie A gli ha dedicato un video messaggio che recitava: «Dal 27 settembre 1976: 746 gare, 300 gol, una sola maglia. Buon compleanno, leggenda!». I tifosi, sui social network, hanno fatto a gara per sostenerlo e per celebrarlo con filmati o pubblicando foto scattate insieme a lui.

Eppure Francesco Totti ieri non aveva molta voglia di festeggiare. Come si temeva già sabato, l’infortunio muscolare che contro il Carpi lo ha costretto ad uscire dal campo dopo appena sei minuti si è rivelato un problema non da poco. L’area (il flessore della coscia destra) è la stessa dell’infortunio che due anni fa lo tenne fuori per due mesi (k.o. in Roma-Napoli 2-0), anche se il versamento che si è formato sopra la fibrosi è meno grave. La lesione riportata è di primo grado e le previsioni parlano di un’assenza di almeno un mese, anche se una stima più precisa sarà fatta tra una decina di giorni, quando Totti si sottoporrà a nuovi esami. Potrebbe servire anche un po’ di più.

Il capitano giallorosso, uscendo ieri mattina dalla clinica Villa Stuart, dove era stato accompagnato dal padre e dal preparatore Vito Scala per sottoporsi agli esami di rito, ha provato a scherzarci sopra. «Quanto mancherò? Tre o quattro mesi». Una battuta che nasconde un malessere con cui Francesco Totti convive da un po’. Le critiche nell’ultimo periodo non hanno risparmiato nemmeno lui, che a partire dai 300 gol ha sempre dato alla Roma più di quanto abbia ricevuto in cambio. C’è la sensazione di non essere più considerato un valore aggiunto ma quasi un peso. Una situazione difficili da scrollarsi di dosso, perché un campione vorrebbe combattere anche contro la carta d’identità. Il ruolo di panchinaro gli sta stretto, anche se il suo comportamento nei confronti di Garcia («Il rapporto con lui va benissimo») è sempre stato impeccabile. L’umore, però, non può essere alto. «Questi problemi fanno parte del calcio. Ora, onestamente, penso solo a curarmi e non alla partita di Champions col Bate Borisov. Lo scudetto come regalo? Vediamo, il campionato è ancora lungo».

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