Totti show: «Io gioco ancora…»

Corriere Dello Sport (R.Maida) – Il giorno dopo è anche peggio, perché le lacrime ormai sono scese e resta il tempo di realizzare cosa sia successo. Francesco Totti l’ha trascorso a Trigoria, come se niente fosse cambiato, ma nella magnifica veste di papà: giocava Cristian, voleva guardarlo, anche per allontanare un po’ i pensieri da sé. La Roma, da parte sua, l’ha gratificato ufficializzandone l’ingresso nella Hall of Fame. Che non è poco, però era un tributo quasi scontato.

FESTE – Ma è sempre domenica. Non ci sarà più una notte così e Totti è il primo ad averlo capito, tanto da scegliere di godersi fino in fondo con gli affetti più cari l’ultima giornata da calciatore. E così, con una lista di 50 invitati preparata dalla moglie Ilary e dal cugino Angelo, Totti ha cenato in uno dei rifugi preferiti, un ristorante in zona Piramide, con un centinaio di tifosi che da fuori continuavano a incitarlo dopo aver condiviso le emozioni dell’Olimpico.

LA BATTUTA – L’atmosfera era allegra, rasserenata da un’ottima cucina romana (non per Totti, che non ama la carbonara e l’amatriciana) e dalla musica del piano bar che a un certo punto ha chiamato tutti in pista, con Ilary particolarmente attiva sulle note di Maracaibo. Prima però Totti, con una polo della Roma ancora addosso, ha tagliato due torte al cioccolato e, stuzzicato dai cori dei presenti («Un capitano, c’è solo un capitano...»), ha fatto un breve discorso di ringraziamenti concluso con una battuta delle sue: «Nella lettera che avevo letto allo stadio mancava un pezzo. Guardate che io non mi fermo, continuo, un altro anno me lo faccio. Non so dove, ma me lo faccio…». E’ evidente, visto il contesto goliardico, che si trattasse di una boutade, ma in area social per qualche ora l’idea di rivederlo in campo ha sollecitato il dibattito.

ABBRACCI – Non c’erano compagni di squadra perché la famiglia Totti ha preferito una cena intima. L’unico calciatore presente era Morgan De Sanctis, fresco di campionato vinto come secondo portiere del Monaco. Sua moglie Giovanna è molto amica di Ilary e lui stesso, nei tre anni romanisti, ha stabilito un grande rapporto con Totti. Hanno partecipato, naturalmente, anche gli inseparabili fratelli di campo: il factotum Vito Scala, che resterà nel club come preparatore atletico, e l’ex allenatore dei portieri, Guido Nanni, che potrebbe rientrare nei quadri nel momento in cui Totti concordasse con la Roma un ruolo dirigenziale gradito.

ORGOGLIO – A proposito del futuro, neppure stavolta c’è stato l’atteso colloquio con il presidente. Non è escluso che possa ancora essere organizzato un confronto, visto che James Pallotta è orientato a trattenersi qualche giorno a Roma per i suoi incontri istituzionali, ma per il momento non è in agenda la questione Totti che è stata interamente demandata a Monchi e a Baldissoni. In fondo non c’è fretta, anche dal punto di vista del Capitano che preferisce rilassarsi per un po’. Intanto, Totti può incassare altre due testimonianze d’affetto. La prima da Davide Biraschi, difensore del Genoa e dell’Under 21, che è romano e romanista e domenica l’ha sfidato da avversario per la prima e ultima volta. Nato nel 1994, due mesi prima che Totti segnasse il primo gol in Serie A, Biraschi ha scritto un toccante messaggio su Instagram ringraziandolo per le emozioni e perché «è stato un privilegio poter ammirare così da vicino la tua magia». La felicità di un incrocio, ancorché differente, ha coinvolto anche un altro giovane: si chiama Thomas Lintozzi, è un abbonato di Curva Sud di 26 anni e domenica sera ha raccolto il pallone che Totti aveva scagliato tra le lacrime sugli spalti. «Non lo lascerò mai, neppure per tutti i soldi del mondo. E’ un pezzo sacro da cui non mi separo neppure per dormire» ha detto, dopo aver fisicamente lottato per difendere il prezioso bouquet dall’assalto dei compagni di curva. Sul pallone ha trovato la dedica del suo idolo, Mi mancherai, e Thomas non può vendere il cimelio. Perché se a Totti mancherà la Curva Sud figurarsi quanto Totti mancherà alla sua gente.

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