Tardelli: “Lotito sostiene che non ci siano rischi nel tornare ad allenarsi? Lasciamo parlare la scienza”

La Repubblica (M. Pinci) – Marco Tardelli, ex giocatore ed allenatore, ha rilasciato un’intervista al quotidiano. Tra gli argomenti trattati l’emergenza Coronavirus che ha bloccato il calcio italiano. Ecco le sue parole:

Che effetto fanno le critiche ai giocatori che non accettano di ridursi gli stipendi? 

Dire “gli stipendi non si toccano” non è costruttivo. Molti giocatori hanno già fatto delle rinunce, in Italia e all’estero, la delibera della Serie A per tagliare dalle 2 alle 4 mensilità è una delegittimazione del sindacato. Ma la discussione con i club doveva avere basi diverse: sarebbe stato utile arrivarci avendo già stanziato un fondo di assistenza, di mutuo soccorso. L’Aic dev’essere la prima a mettere dentro i propri soldi per dare una mano ai calciatori delle categorie inferiori.

L’idea dell’Aic era quella di rinunciare a una mensilità per devolverla alle leghe inferiori. 

Ma se chiedi, devi essere il primo a dare: si è sempre detto ma poi non si è fatto. Stavolta serviva dare l’esempio, magari con la partecipazione di Fifa, Uefa o il FifPro, il sindacato internazionale.

Lotito sostiene che non ci siano rischi nel tornare ad allenarsi. 

Lasciamo parlare la scienza: se non c’è totale sicurezza, non si torni in campo. Il calcio è gioco di contatto, azzerare i rischi è impossibile. Non sappiamo neanche se chi ha avuto il virus tornerà perfettamente sano.

Eppure la Uefa spinge per terminare i campionati e le coppe europee…

Fa effetto sentire che Ceferin vorrebbe finire le coppe entro settembre. Come fai a fare un discorso così con oltre 500 morti al giorno? Vedo un accanimento nel voler finire la stagione: capisco i contratti da rispettare, dire chiudiamo tutto è difficile, ma se mandiamo in campo qualcuno rischiamo: accanirsi è pericoloso

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