Tamponi, bollette e sponsorizzazioni: i nuovi ristori decisi dal Governo per tutto lo sport 

La Gazzetta dello Sport (V. Piccioni) – Duecentosettanta milioni per lo sport. A tanto ammontano gli aiuti che potrebbero entrare nel prossimo decreto ristori. Fra un preannuncio e l’altro, si stanno meglio precisando i filoni su cui l’esecutivo interverrà in un momento tornato emergenziale per tutta la piramide dello sport, dal vertice del professionismo fino alla piccola società dilettantistica di base, aggredita ora pure dal caro bollette, con l’aumento vorticoso dei costi per l’energia.

Stiamo mettendo nero su bianco un provvedimento che vada a sostenere quelle realtà che in questo periodo hanno avuto dei costi elevati“,ha detto nella mattinata di ieri la sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali, a margine del convegno “YES-Youth, Education and sport”.

Ed è proprio su questa voce che si concentra l’intervento più corposo, di 200 milioni, che servirà come salvagente soprattutto per le società che gestiscono gli impianti e che fanno i conti più delle altre con gli aumenti che mordono i bilanci. C’è anche una riapertura — limitata però ai primi tre mesi dell’anno e per 20 milioni in più — per il credito d’imposta sulle sponsorizzazioni, un provvedimento che andrebbe a incidere soprattutto nella seconda fascia del professionismo: era stato invocato a lungo dalla Lega Pro guidata da Francesco Ghirelli, e dagli altri campionati di vertice degli sport di squadra.

E infine ci sono 50 milioni per le spese sanitarie: si tratta del provvedimento che impatta sul calcio professionistico e che peraltro ha già un precedente. Erano stati infatti già stanziati 86 milioni (di cui 56 per il calcio, 5 per la Serie A), in via di erogazione. Ora si tratta di capire meglio la messa a terra di questi provvedimenti.

In particolare c’è il tentativo di inserire nelle spese sanitarie non soltanto i tamponi, ma tutto ciò che si spende in più per rispettare il protocollo. Resterà comunque una soglia: il finanziamento sarà concesso a tutte le società sportive che non superano i 100milioni di fatturato (in questo modo resteranno fuori, come già perla prima tranche, tutte le big di serie A).

 

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