Gazzetta dello Sport – La business class dell’Olimpico. Pranzi vista Totti

In attesa di godersi una casa propria, la Roma rende più bella quella attuale, l’Olimpico. E lo fa in collaborazione con la Coni Servizi, con cui ha firmato un accordo triennale per lo sfruttamento dello stadio e del Parco del Foro Italico. «Un matrimonio felice, che arriva dopo un vero e proprio colpo di fulmine», ha detto Gianni Petrucci, presidente del Coni. Parole sottolineate con piacere, magari pensando anche alle tante difficoltà (e polemiche) avute con Lotito. E non è un caso, allora, che alla consegna della maglia giallorossa da parte di Fenucci e Baldini gli sia sfuggito anche un bel «Forza Roma…».
L’ACCORDO – Roma e Coni, dunque, renderanno più bella l’area hospitality. Verrà ampliata la zona premium (da 800 a 2000 posti),«rubando» posti alla Monte Mario centrale. L’area dei lavori (al via martedì notte, subito dopo la fine del concerto di Madonna, fino ai primi di settembre) riguarderà circa 3700 posti e 7000 metri quadri. Il costo? Circa 4 milioni di euro, coperti dalla Coni Servizi, con la Roma che continuerà a pagare lo stesso canone d’affitto (2,8 milioni) e i dividendi che saranno divisi tra le due entità (70% alla Roma, 30% al Coni, dopo che quest’ultima sarà rientrata dell’investimento iniziale). Un’iniziativa per ridurre gli oneri di affitto per la Roma (magari anche azzerandoli) e quelli di manutenzione per la Coni Servizi.
INNOVAZIONI – Ma cosa cambierà davvero? Tra le innovazioni verrà ripristinata la Tribuna Presidenziale, riservata ad autorità e campioni dello sport. Le poltrone di tutta l’area premium saranno nuove (come design) e riscaldate, ma soprattutto ci sarà un’area ristorazione e meeting all’americana, con vetrate sul campo che permetteranno di mangiare o di fare incontri di lavori guardando la partita. «In attesa di uno stadio nostro, grazie al Coni stiamo rendendo quello attuale sempre più bello — ha detto l’a.d. giallorosso Claudio Fenucci — Oltre a questa, ci saranno altre iniziative: quella per i bambini nei distinti, i fun village, ma non solo. L’obiettivo è ampliare il tempo di permanenza all’interno dello stadio. Olimpico all’americana? No, questo stadio avrà sempre un fascino tutto proprio».
TOR DI VALLE – Aspettando lo stadio proprio, dunque. «Il nostro piano è ambizioso: manager di alto livello e un club stabilmente ai vertici. Lo stadio della Roma? Entro il 2016-17», ha detto ieri l’altro a.d., Mark Pannes. Entro fine mese verranno individuate le 3-4 aree su cui poi si ragionerà con le istituzioni. Nel frattempo, però, Tor di Valle sembra aver preso il volo. Unicredit con 47 milioni di euro ha comprato un’area nella stessa zona dove il costruttore Luca Parnasi aveva già raggiunto un accordo con Gaetano Papalia: un’area di circa 40 ettari comprensiva dell’ippodromo — di proprietà della Sais S.p.A. — in cambio della copertura di parte del debito (circa 18 milioni di euro, con i dipendenti di Tor di Valle che non prendono lo stipendio dal febbraio scorso) e la promessa di un nuovo ippodromo per il trotto — entro il 2014 — in area Pescaccio, dove Parnasi costruirà un mega centro commerciale. Tor di Valle (che ha destinazione a impianti sportivi, con attività ricettive e commerciali al servizio degli impianti stessi) è già stata visitata in passato da DiBenedetto e una ventina di giorni fa c’è stato un sopralluogo di tecnici incaricati di studiare eventuali cubature. Per la Roma sarebbe l’ideale, visto la presenza della ferrovia Roma-Lido e la possibilità di effettuare una variante stradale dalla Roma-Fiumicino.

Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

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