Continuano le vicende legate al nuovo stadio della Roma. Il “Coordinamento Sì al parco, Sì all’ospedale – No allo stadio” ha presentato un esposto al Nucleo Operativo Ecologico e al Comando Unità Forestali e Ambientali del corpo dei carabinieri contro il progetto del nuovo stadio. Oltre alla presenza di alcuni resti archeologici, è emerso che alcune zone del progetto non sono in possesso del Comune di Roma, che ha infatti ammesso che “i tempi saranno più lunghi di quelli previsti dal Piano Indagini presentato”. Questo il comunicato del Coordinamento:

“Il dipartimento PAU inizia finalmente ad ammettere tutte le falle di questo progetto andando a confermare quanto da noi sempre denunciato. Dopo aver “obbligato” il Comune a pubblicare le due lettere con cui la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma ha richiesto sin da subito “una modifica progettuale – anche nel posizionamento del corpo di fabbrica”, il 09/02/2024 è stata pubblicata una ulteriore lettera in cui il dipartimento PAU conferma che diverse aree interessate dal progetto NON SONO IN POSSESSO del Comune di Roma, comunicando pertanto “tempi più lunghi di quelli previsti dal Piano Indagini presentato. Il comune dovrebbe smetterla di cercare nuove scuse per giustificare ritardi e problemi, oggi individuate in fantomatiche occupazioni o procedure di reimmissione in possesso mai partite, e dovrebbe invece ammettere di aver celato sino ad ora una verità di cui era a conoscenza già da tempo. Emerge quindi una inconsapevolezza e una mancata conoscenza dell’area da parte del Comune e dei suoi portavoce politici, che hanno impegnato la cosa pubblica in un progetto senza prima aver effettuato alcuna verifica, pensando di poter calpestare senza alcuna remora i diritti delle famiglie e delle attività commerciali regolarmente presenti sull’area, visti come meri ostacoli da abbattere (alla faccia dell’impegno sociale) alla stregua del bosco urbano presente e riconosciuto anche da AS ROMA. A questo “bullismo istituzionale” rispondiamo con un esposto presentato oggi stesso al Nucleo Operativo Ecologico e al Comando unità forestali e ambientali del Corpo dei Carabinieri, a cui abbiamo richiesto interventi immediati volti alla salvaguardia dell’habitat identificato da una perizia scientifica di parte, la cui salvaguardia e tutela per legge è prevista nella Direttiva Europea 92/43/CEE”.