Spalletti: “Totti ha avvertito un problema. Lione? L’urlo della Sud sarebbe il primo passo per ribaltare la situazione”

Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è stato intervistato durante il post partita di Palermo-Roma 0-3. Queste le sue parole:

SPALLETTI A MEDIASET

Tornate alla vittoria, contro-sorpasso sul Napoli. Tanti cambi ma la Roma vince…
Non è stata una partita facile, ma noi abbiamo calciatori che bisogna che ci accompagnino in questo finale di campionato in maniera giusta. Abbiamo bisogno di tutta la rosa.

Dzeko è imprescindibile?
Ha fatto bene quando è entrato, aveva ancora un po’ di tossine dell’ultima partita, perché è fisiologico che, chi ha giocato l’altra volta, oggi non abbiano recuperato.

Totti?
E’ un tasto sempre difficile e delicato, per cui preferisco non dire niente perché sennò viene usato, come nei processi, contro di me.

Ma è vero che le ha detto di no alla sostituzione? Si parla di mal di schiena…
Quando si scaldava ha avvertito un problema, ha detto “sento un qualcosa alla schiena” ed ha preferito non entrare.

Cosa non ti ha convinto del centrocampo? Paredes fa fatica da mediano?
La lettura delle cose è giusta, è inutile che mi ripeta. Le intenzioni erano quelle di trovare El Shaarawy e Salah tra le linee, affinché giocassero contro i loro centrali. I quinti dovevano portare fuori i loro quarti di difesa per poi giocare dietro i due centrali in velocità. Si poteva fare anche meglio. Leo ha delle caratteristiche ben precise, bisogna vedere dove le esprime meglio. Se ci sono delle squadre che ti danno il pallino in mano va bene davanti alla difesa e riesce benissimo ad innescare qualsiasi azione con cambi di gioco e verticalizzazioni, perché ha un piede che hanno pochi in giro, quando poi bisogna difendere e coprire più lateralmente di qualche metro, bisognerebbe che migliorasse.

Come giudichi la prestazione di Grenier? Può fare il vice-Nainggolan?
E’ un po’ il suo ruolo questo qui. Questo fatto di poter giocare tra le linee è il suo ruolo. Sa saltare addosso al mediano, conosce i tempi del pressing quando si perde palla, è difficile che dia palla agli avversari, quello che gli passa tra i piedi riesce a restituirlo e sempre a dargli seguito.

Si aspettava una Juve a +6 sullo scorso anno?
Noi si spera sempre che la Juve cali, prima o poi, ma si vede un obiettivo mobile che si allontana sempre. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto, come lo è il Napoli, ma loro sono fortissimi e lo fanno vedere ogni volta. Sembrano in difficoltà ma poi, nella partita più difficile di quella prima, tirano fuori tutto l’orgoglio e tutta la forza del club e della squadra vincente. Dobbiamo andare a fare passo dopo passo senza guardare l’obiettivo finale, soprattutto in questo momento qui. Il passo giusto adesso, se fatto bene, ti fa fare bene anche quello successivo e così via.

Domanda di un tifoso: Rimanga per vincere…
Io se perdo altre due partite mi mandano via e non finisco neanche la stagione (ride ndr). Ne abbiamo perse quattro di fila su cinque e si continua a parlare, è tanto per andare a ripetere quello che si è sentito dire. Le cose cambiano velocemente nel calcio. Se riperdo altre due partite è giusto che io venga mandato via, la Roma è una squadra forte, che deve fare risultato volta dopo volta. Gli ho fatto un favore a non firmare, penso che la società abbia gradito. L’anno scorso il Presidente ha mandato via l’allenatore con tre anni di contratto. Bisogna pagarli se non vanno a lavorare.

Prima del Palermo succede sempre qualcosa…
Le dichiarazioni del presidente sono giuste. Con chi se la deve riprendere? Sono io il responsabile di come va la squadra, è giusto che dica le cose a me. Non deve toccare i giocatori, perché se tocca i giocatori gli rispondo, se tocca me va bene. E’ un dispiacere vedere il Palermo in fondo, anche stasera in albergo, fuori dallo stadio siamo stati accolti benissimo, pubblico eccezionale, hanno applaudito a fine gara. Stadio bello e non servirebbe nemmeno farlo nuovo. Uno spettacolo vero.

Saresti il presidente ideale…
E lo so anche fare, il bello è questo.

SPALLETTI A SKY

 

Noi sapevamo grazie a Chivu che Totti già giovedì aveva mal di schiena. Niente di grave?
Io lo spero e lo penso anche io. Nel fare riscaldamento ha avvertito questo problemino e mi ha risposto così, come avete detto voi. A quel punto lì ho sterzato su un altro.

Oggi si è preso qualche rischio togliendo Strootman, De Rossi e Dzeko. Ha messo Rui e Grenier. Al di là di 30’ di sofferenza e di mancato controllo, le cose sono andate sufficiententemente bene?
Secondo me abbiamo fatto bene. Non era una partita facile, era una gara delicata per tutte le novità che loro avevano creato in questa settimana. Poi avevano visto giocare l’Empoli che aveva perso, per cui vedevano la possibilità di giocarsela. Hanno messo insieme un po’ di stimoli nuovi tentando l’assalto che è stato respinto in maniera corretta secondo me. La partita è stata a nostro favore, ce la siamo meritata facendo fatica, come ho detto prima, in diverse situazioni.

Quei 20’-25’ di mancato controllo e di gestione un po’ frettolosa del pallone la preoccupano in chiave Lione?
Mi preoccupano in chiave di tutto, non solo di Lione. Poi ci sono ancora tante partite da giocare. È quello che alcune volte non capisco dei miei calciatori. A volte si va a toccare un po’ quello che è il livello di personalità, di autoconvinzione e di forza, perché in qualche momento questo a volte ci cala, come è successo in quei 20’ minuti del secondo tempo. Ci brucia troppo il pallone e questo non dovrebbe succedere. Quelli che ho fatto giocare hanno fatto molto bene tutti. Mario Rui ha fatto una partita strepitosa, Paredes ha fatto molto bene, Grenier l’ho tolto soltanto perché pensavo crollasse da un punto di vista di fiato da un momento all’altro. A quel punto ho voluto alzare un po’ la squadra davanti mettendo Dzeko. Non è andata come pensavo, abbiamo continuato un po’ a faticare. Di questi ragazzi noi abbiamo bisogno. Loro devono sapere che noi per arrivare in fondo ci dobbiamo arrivare con loro, non possiamo fare a meno di loro. Quindi che lo sappiano e che stiano sull’attenti perché da un momento all’altro è il loro momento e devono dare questi risultati qui.

Esiste una visione strategica diversa tra lei e Pallotta? Prima si faceva riferimento ai giovani…
Secondo me ci sono diverse cose che bisogna chiarire soprattutto agli sportivi della Roma e a tutto il nostro movimento, che è un movimento importante, impressionante per certi versi. Io con il presidente sono entrato in un momento in cui avevano un po’ di difficoltà e non sono stato a vedere e a chiedere niente. Anche a fine anno ho accettato molte situazioni che erano già imbastite in precedenza. Anche perché mi andavano bene. Si sono fatte cose in funzione di quello che poi ci hanno portato via. Digne ce l’hanno portato via, poi Pjanic, ma soprattutto Gervinho, che era stato il giocatore più forte della Roma negli ultimi 2 anni. Aveva portato a casa molti numeri sotto l’aspetto della risoluzione delle situazioni. Abbiamo rimesso delle pedine, ma non si sono fatte strategie future. Quando ci avevo parlato, eravamo d’accordo che si arrivava a fine anno ci si poteva anche salutare. Il secondo era un anno che era stato creato per dare l’impressione ai calciatori che ci fosse un seguito, perché se no poi vieni per 6 mesi, le cose vanno male… Fino a fine anno non si è mai parlato di niente, c’era da vedere come si finiva, avevamo bisogno per forza di riprendere quei punti sull’Inter, di ripassare avanti a 3 o 4 squadre. Poi è andata molto bene, per poco non abbiamo riacchiappato anche il Napoli. Quest’anno abbiamo cominciato bene. Ora siamo in un momento in cui c’è po’ di stanchezza e di difficoltà. Ieri in conferenza stampa è stata fatta questa statistica che ho fatto fare ai miei collaboratori, che sono andati a vedere le squadre che giocano avendo due soli giorni di riposo. Purtroppo ci è capitato di tutto in questo periodo qui. Anche il Napoli aveva la possibilità di scegliere quando giocare… A noi sono capitate 14 partite in campionato in cui abbiamo avuto 2 soli giorni di recupero. Se si va a vedere quella che è una statistica europea, si vede che calano le vittorie del 40% nelle squadre più forti che hanno da giocare con 2 soli giorni di recupero.

La gara di giovedì col Lione si vince più col cuore o con la testa?
Secondo me ci vuole un po’ di tutto. Quando devi rimontare 2 gol non è facile. La cosa fondamentale è che bisogna forzare la partita sin da subito ma non prendere queste ripartenze, soffocare i loro contropiedi andando bene a saltargli addosso davanti alla nostra difesa. Loro sono bravi a portare tutti questi giocatori dentro al campo, a giocare tra le linee, ad essere attaccanti e trequartisti, a buttarsi oltre la linea della difesa. In questi 5 metri avanti, 10 metri sotto, 5 sopra e via dicendo, in questo vai e vieni loro sono maestri a darti l’impressione e l’abbocco di uscire, poi rimane il buco e ti vanno lì dietro. Se non li vai a coprire calciano da fuori, ci hanno fatto 3 gol dalla distanza. Però la testa diventa sempre fondamentale. Soprattutto diventerebbe fondamentale ritrovare 60mila allo stadio. Noi quest’anno non abbiamo mai giocato con il nostro pubblico, con loro sarebbe una storia diversa. Non ho mai capito il perché si siano messi di traverso, che vadano più a fare una sfida con quelli che hanno creato una difficoltà a loro, perché la divisione è una difficoltà per stare tutti insieme. Più che fare dispetto a queste persone, creano difficoltà alla cosa che amano che è la Roma. Questo non lo riesco a capire, come non si sia trovato un punto d’accordo, soprattutto ora in queste partite. Con l’urlo della Sud, per noi sarebbe il primo passo per ribaltare queste situazioni.

A questa squadra manca un centravanti di riserva. L’ha mai chiesto, l’ha mai voluto?
Noi avevamo delle difficoltà a fare mercato. Ci sono delle cose che si dicono e delle cose che non si dicono. Nelle difficoltà di mercato tu cerchi qualcosa che riesci a portare a casa, e a volte questo è un giocatore in più che non fa sentire la fiducia a quelli che giocano più spesso. Per esempio Dzeko è un giocatore a cui va fatta sentire fiducia secondo me. Si è visto quando l’ho messo troppo in discussione facendolo giocare poco. Lasciandolo fare, prendendo un po’ confidenza con tutto e creandogli questo spirito e questo abbraccio di amicizia attorno, lui è riuscito a partire. Allora poi se lo cominci a mettere in discussione, non hai nemmeno il supporto di Edin. Il suo supporto è stato importante in questa stagione perché sapeva che si contava su di lui. Come è successo oggi, c’è la possibilità di fare una partita con gli attaccanti un po’ più leggeri se vuoi. Oggi mancava Perotti, però Salah ed El Shaarawy sono stati abbastanza bravi. Salah ha sentito un po’ di morso di stanchezza. El Shaarawy ha fatto una buona partita, Salah nel primo tempo non ha fatto benissimo, nel secondo meglio. Ma sono giocatori che sono stanchi. È sempre lo stesso discorso, ormai è sempre quello il tema. Sono giocatori che sono spremuti. Arrivano oggi in allenamento e si fa qualcosa di più di ieri che hanno recuperato, invece poi bisogna rigiocare. A noi è successo troppe volte, questo pacchetto di partite tutte insieme è stato troppo. Io ho cambiato poco e ho cambiato male, però per esempio il secondo infortunio di Florenzi è una cosa devastante per noi. Lui era quello che ci metteva veramente a posto le cose.

SPALLETTI ALLA RAI

Questa vittoria è molto importante visto i cambi?
Era chiaro che oggi dovevamo cambiare, dovevamo forzare anche nella partite precedenti. Oggi dovevamo cambiare e i giocatori che hanno giocato ci hanno dato una mano importante. I giocatori sono importanti e ci devono aiutare altrimenti non arriviamo in fondo.

La ruota nel fango è stata tolta?
Se vinciamo giovedì sì, altrimenti continuiamo a lavorare nell’impantanamento.

Le parole di Pallotta hanno condizionato le tue scelte?
Ho paura di no, non mi faccio condizionare. Ho cambiato perché dopo tre partite consecutive i miei giocatori non avevano recuperato. Pallotta ha fatto bene a sottolinearlo, lui mi ha dato carta bianca e io sono alla guida della macchina.

Dove dei lavorare di più?
Per me è la testa che da input importanti. Poi io ai miei tempo avevo anche 15 giorni per recuperare (ride ndr). Ora si gioca più spesso. Anche se avessi una doppia rosa non mi basterebbe. Vedi anche per l’infortunio di Florenzi, che era vitale. La testa fa la differenza.

Il tuo ruolo è troppo largo visto che parli quasi sempre solo te con i media?
Io ho sempre tutti al mio fianco. Gli altri fanno il loro lavoro. Sono io che sono un po’ un rompiscatole che mi intrufolo un po’ ovunque. Ho una società efficiente che ci segue sotto tutti gli aspetti. La Roma è una società forte. A volte il ruolo del presidente è insostituibile e ci piacerebbe averlo qua più spesso.

La Roma ha perso qualità di gioco?
Sicuramente nell’ultima partita potevo cambiare prima, ma queste tre partite le dovevo forzare. La fatica toglie brillantezza, velocità di gioco. Le sconfitte poi influenzano molto. Ma se si ha una squadra forte mentalmente si possono superare le fatiche.

SPALLETTI A ROMA TV

Vittoria importante, ci voleva per cui bisogna dire bravi ai ragazzi che avete intervistato perché farsi trovare pronti non era facile. la partita era delicata. Noi abbiamo bisogno di loro, senza loro non possiamo arrivare in fondo e devono saperlo. Gli si fanno i complimenti però è quello che debbono fare, ci servono.

Piaciuto Grenier?
Un ragazzo per bene, un professionista, un ragazzo sano nella testa, nei muscoli e nelle scelte perché sa giocare a calcio e perché è una persona sulla quale si può contare.

Mezzo giro la ruota nel fango l’ha fatto o è ancora presto?
Bisogna vedere giovedì, sarà fondamentale. Gli si dà lo strattone che deciderà se siamo sull’asfalto oppure no.

L’Olimpico pieno può essere una chiave?
Questa sarebbe la prima forza da mettere in campo. Purtroppo ho provato a pensarci ma quello che è l’atteggiamento dei nostri tifosi non riesco a capirlo con tutti gli sforzi possibili, perché poi si vede che vogliono bene alla Roma, vengono fuori casa e quando perdiamo si vede che sono dispiaciuti e ci tengono. Fare questa presa di posizione facendosi del male io proprio non la capisco, se noi riuscissimo a portare i nostri 50-60 mila allo stadio la partita di giovedì si parte dal -1 perché un gol ce lo fanno loro. La squadra ne ha bisogno e sopratutto se lo merita il pubblico, per quello che ha fatto nelle scorse stagioni. Non vedo quale sia il comportamento o la penalità da far pagare alla squadra. Perché dobbiamo farci del male tra di noi contro qualcuno che vuole non il nostro bene? Non gli interessa, guardano quello che dovrebbe essere una regola, una correttezza che adottano. Quando ci ho parlato loro hanno spiegazioni del perché hanno adottato questo provvedimento. Ora qualsiasi le regole che vogliono attuare contro di noi dobbiamo stare tutti dalla stessa parte e si rema per portare a casa un risultato che la squadra meriterebbe insieme ai tifosi, come la società.

Come hai motivato i ragazzi?
Non ho da motivare niente, cerco di risollevarli dal dolore che provano in questi momenti qui. Magari tu dici che non dobbiamo pensare all’obiettivo finale ma bisogna fare un passo per volta. L’importante è di vincerne una per dare ossigeno, si parla di stanchezza, se perdi una partita si trova davvero la stanchezza perché è lì che ti appiattisci la testa e ti carica i muscoli. Se vinci conta più di due giorni di recupero e l’abbiamo fatta. Se venisse il pubblico abbiamo da superare solo un gol e secondo me questi ragazzi un gol lo fanno.

SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA

Roma al 50% sufficiente per vincere?
Una via di mezzo, era al 70% e di conseguenza la prova non è  totale ma è una prova importante. C’erano sei calciatori diversi e in alcuni momenti la palla ha viaggiato bene, al ritmo giusto. L’inizio del secondo tempo e dopo i cambi abbiamo sofferto il palleggio, il Palermo ha fatto una buona partita e sotto l’aspetto degli stimoli qualche cosa avevano assorbito.

Centrocampo di palleggiatori?
Un gioco che conosciamo. Grenier ci ha dato una mano a praticarlo, è uno che restituisce sempre il pallone lavorato. Ha fatto una buonissima partita, a quel punto dovevo cambiare qualcosa, ho deciso di spostare il baricentro avanti e non ho migliorato il gioco, ma sulla sostanza. Sotto l’aspetto del palleggio Grenier ha lavorato in modo corretto, con lui la squadra può farlo. Lui è un centrocampista avanzato che anche quando si abbassa ha qualità e rapidità di scelta e sintesi. Complimenti all’ambiente Palermo, siamo stati accolti bene e applauditi, continuate così, bravi.

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