Corriere dello Sport (R. Maida)Uno slogan, un sorriso: “È la partita”. L’articolo determinativo, pronunciato in coro dall’allenatore Trpisovsky e dall’esterno slovacco Tomic, rende l’idea della serata speciale, se non unica. Non c’entra la storia del 1996, c’entrano orgoglio e futuro. Domenica scorsa lo Slavia ha perso con il Viktoria Plzen la prima partita in casa dopo un anno e mezzo. I tifosi non l’hanno presa bene e hanno fischiato la squadra, alla Fortuna Arena, anche per il sorpasso in vetta effettuato dai rivali dello Sparta. “Capisco la delusione – spiega Trpisovsky – siamo dispiaciuti anche noi per una sconfitta che non avevamo previsto. Non abbiamo giocato con energia e passione. La sfida contro la Roma è una grande occasione per dimenticare la brutta sconfitta di campionato”

E a proposito di derby: lo Slavia ha invitato allo stadio sette giocatori che furono protagonisti dell’impresa di 27 anni fa ma non l’ex laziale Karel Poborsky, che segnò il primo gol all’andata. Sarebbe un ospite sgradito: i tifosi non gli hanno perdonato il triennio allo Sparta nella parte finale della carriera. Della serie, tutto il mondo è paese.