Roma, obbligo di riscatto. Rudi: “Non sono in bilico”

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Il Messaggero (U.Trani) – La sfida inedita contro il Carpi, oggi pomeriggio (ore 18) all’Olimpico, può diventare già decisiva. Per Garcia e anche per la Roma. Perché il raccolto nelle ultime 2 gare, contro il Sassuolo e la Sampdoria, è stato insufficiente: solo 1 punto e 9° posto in classifica, con l’Inter che ha allungato a più 7. La frenata ha tolto le certezze appena ritrovate al gruppo e riproposto le perplessità mai accantonate sul tecnico. La piazza è delusa e, più della società che non ha avuto la forza di privarsene a giugno, non si fida del francese. Ormai l’aspetto ambientale rischia di pesare almeno quanto quello tecnico: lo stadio, con la conferma dell’assenza di parte degli abbonati della Sud (e anche alcuni della Nord), sarà riservato a pochi intimi. Non è proprio l’atmosfera ideale per riprendere quota e riacquistare convinzione.

OLTRE LA CRISI  Garcia, teso e chiaramente infastidito, prova a fare finta di niente, scansando ogni critica e fermandosi all’attualità. «La mia unica preoccupazione è di preparare bene la gara. Dobbiamo ripeterci e quindi giocare come contro la Sampdoria. Magari migliorando in fase di realizzazione ed eliminando i piccoli errori individuali in difesa. La classifica alla sesta giornata non è significativa. Il problema è quando perdi troppi punti. Abbiamo l’opportunità di ribaltare questo momento e iniziare una nuova striscia positiva come accadde contro la Juve. Conta, però, solo vincere. Una settimana fa i punti andavano bene, ora no. La gara di Genova è stata migliore di quella a Frosinone: se giochiamo bene abbiamo più chance di conquistare il successo». Non si volta a guardare i primi 2 anni di gestione, sempre 15 punti e dunque l’en plein dopo 5 giornate.

MESSAGGIO AL GRUPPO  «Basta prendere gol: si può vincere anche uno a zero». Il riferimento è il poker di successi, con il punteggio minimo, dell’Inter capolista. Ma Garcia, contando i 6 gol subiti in 5 gare di campionato, non dimentica nemmeno la disponibilità e la solidità mostrate contro il Barça. «Ci dobbiamo comportare da squadra. Ai difensori e agli attaccanti chiedo di essere efficaci e di fare la cosa giusta». Che, senza Ruediger, può ripresentare Castan accanto a Manolas. Florenzi, Nainggolan e Iago Falque sono tra i 23 convocati, ma non stanno bene. Il turnover, insomma, può essere ancora ampio, pure pensando alla trasferta di Champions in Bielorussia.

SOCCORSO IN QUOTA  Il Carpi rimaneggiato può spingere Garcia a cambiare di nuovo il sistema di gioco, anche perché Castori utilizza il 3-5-2 che, secondo il francese, è l’assetto ideale per schierare Totti con Dzeko. E permettere al nuovo centravanti di trovarsi finalmente a suo agio e di lasciare il segno. L’esperimento ci sta tutto contro la difesa peggiore del torneo (con la Lazio), già 10 reti incassate: «Edin lo vedo tranquillo, è esperto. Sa che i gol torneranno. In allenamento è complicato lavorare quando c’è una partita ogni tre giorni ma sa che deve imparare a giocare con i compagni e loro con lui». Ammette che sui corner qualcosa non funziona: «Florenzi, Totti, Pjanic e Iago sono i più bravi a batterli, ma possiamo fare meglio. Nella mia prima stagione li abbiamo sfruttati bene perché c’era Benatia, anche l’anno scorso abbiamo lavorato e penso al gol di Yanga-Mbiwa. Ora bisogna insistere sull’addestramento, perché adesso siamo in ribasso nel rendimento sui calci piazzati. Gli schemi ci sono, ma spetta a chi va a calciare vedere bene la situazione e variare».

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