Roma male… Giallorossi rimontati, ma Garcia resta in sella

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Il Giornale (T.Lorenzini) – «Non sono un precario», sostiene Rudi Garcia, ma la situazione della sua Roma lo è, eccome, scivolata ai margini della zona Europa. L’inizio del 2016 giallorosso è fin troppo simile alla fine del 2015, un festival delle occasioni perse: tanti alibi, alcuni che reggono, altri meno, e una panchina che continua a traballare e certo non recupera il sostegno dei tifosi. Dopo il rocambolesco e deludente 3-3 in casa del Chievo, la posizione dell’allenatore rimane appesa agli eventi, anche se il dg Mauro Baldissoni puntualizza che «è legata ai risultati, non alle singole partite. Figuriamoci se senza 8 giocatori possiamo mettere in discussione Garcia». Della serie “ingoiamo anche questa e speriamo in tempi migliori”. Già, il tempo: se da una parte sembra essere un alleato di Garcia (il suo blindatissimo contratto da 2,8 milioni a stagione scade nel 2018), dall’altra può rivelarsi un boomerang: sabato c’è il Milan, un nuovo passo falso potrebbe essere l’assist per dare a Pallotta l’input per un ribaltone prima della fine di gennaio, da leggere in quadrupla ottica: tifosi, mercato, campionato e Champions (leggi Real Madrid).

Questo il futuro possibile, la giornata archiviata racconta invece di una Roma rimaneggiatissima (Iago Falque a centrocampo) ma comunque capace di andare sul 2-0 in casa dei clivensi, alla 500a partita in A: prima con Sadiq ispirato da Gervinho e poi con Florenzi, che insacca il “regalo” di Cesar. Finita? No, perché la Roma non sa gestire, né aveva uomini in grado di farlo (Nainggolan, Pjanic e Dzeko squalificati, out Keita, Totti, Uçan e De Rossi, Strootman ancora ai box), ecco così il ritorno del Chievo: ruggito del solito Paloschi, 2-2 di Dainelli, con la difesa giallorossa in “posa presepe”. E se Iago pennella un diagonale sinistro per il 3-2 che illude Garcia, è la tecnologia a mettere la parola fine: Pepe calcia una punizione da fuori area, Szczesny è (ancora) in ritardo e la goal line technology assegna il definitivo 3-3, facendo così la sua prima comparsa ufficiale nel campionato italiano. Voluta dalla Lega Calcio, che si è accollata insieme alla Uefa il costo dell’operazione stimato tra i sei e gli otto milioni di euro (ogni apparato costa 170mila euro), ecco l’innovazione che svuoterà i “Bar Sport” del lunedì mattina.

Magari i tifosi giallorossi vivranno il primo “gol tecnologico” come una mezza beffa, però la parola su cui ragionare è “continuità”. Per trovare almeno due vittorie consecutive bisogna tornare alla cinquina infilata fra settembre e ottobre, il momento d’oro della stagione spezzato prima dal ko in casa dell’Inter e poi sepolto dall’1-6 rimediato dal Barcellona. Da allora è stata un’altalena di musi lunghi e infortuni, qualche scatto d’orgoglio (la risicatissima qualificazione agli ottavi di Champions) e nuovi tonfi come l’eliminazione dalla Coppa Italia patita per mano dello Spezia. All’Olimpico. Il confronto con i numeri della scorsa stagione aiuta: dopo 18 giornate, i punti erano 40 contro i 33 attuali, e se oggi si segna di più (35 a 31) il guaio è che l’incerta difesa di Garcia ha subito 21 reti contro le 13 di dodici mesi fa. «Non posso dire niente ai ragazzi, anche se è ovvio che abbiamo buttato via due punti», spiega Rudi, «avevamo delle assenze, ma con la squadra che ho messo in campo pensavo di vincere». Il francese guarda avanti, aspettando il sereno e ascoltando gli scricchiolii. Almeno, due note positive ci sono: il debutto del figlio di Angelo Di Livio, Lorenzo (19 anni tra 5 giorni) e l’exploit di Sadiq Umar, 19 anni il 2 febbraio. Il nigeriano uscito dalla Primavera (ma è di proprietà dello Spezia) è già al secondo gol consecutivo in 4 presenze in A. Uno meno di Dzeko…

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