Corriere dello Sport (R. Maida) – Avevano disseminato involontari indizi nelle precedenti settimane, nel derby hanno alimentato il sospetto: la coppia dei sogni non è ancora nata. Lukaku e Dybala, la LuPa che doveva allattare l’ambizione dei tifosi della Roma, sono ancora alla fase preliminare, come in quei flirt dove sei lì ad attendere la spunta blu per essere sicuro che il potenziale partner abbia visualizzato il messaggio.

La LuPa in ritardo
Sembra un paradosso ma il campo non mente: quale tandem d’attacco sulla carta è più forte in Serie A? Non a caso José Mourinho sottolinea che “per me il campionato è cominciato alla quarta giornata”, quando con i due finalmente insieme la Roma ha rifilato 7 gol all’Empoli. In quella circostanza Dybala ha segnato una doppietta e Lukaku, quando Paulo era già uscito, la prima delle sue 7 reti stagionali, spaventando i concorrenti: in tanti hanno (abbiamo) pensato che sarebbe stato complicato per qualunque difesa contenere quei fenomeni. Il problema è che Lukaku ha continuato a produrre gol, aiutando la squadra a far crescere la media punti fino a un livello più o meno sufficiente per entrare in Champions (1,89 a partita dopo lo 0-0 contro la Lazio).

Dybala, a causa dei problemi fisici, non è stato quasi più decisivo. Importante sì, come contro il Lecce quando ha innescato il compagno in verticale sull’ultima azione possibile, per poi celebrare con lui il ribaltone sotto la Curva Sud. Ma il vero campione, la differenza della Roma, non è ancora tornato: nel derby non è mai riuscito a liberarsi al tiro e anche quando ha trovato un angolo per la conclusione ha preferito tergiversare, come se il ginocchio gli suggerisse cautela nel calciare verso la porta.

Dybala, compleanno con l’Argentina
Magari è solo questione di tempo. Ma Dybala l’anno scorso di questi tempi aveva segnato 5 reti in campionato (contro 2) e 2 in Europa League (contro zero). L’inizio di questa stagione è stato invece più tribolato a causa di due infortuni: quello muscolare riportato nell’amichevole di Tolosa il 6 agosto e quello legamentoso dell’8 ottobre a Cagliari. Nel complesso ha giocato con Lukaku tre partite intere (1 vittoria, 1 pareggio e 1 sconfitta) e altri spezzoni più o meno lunghi per un totale di 9 presenze e 597 minuti, cioè 6,5 partite su un totale di 16 impegni totali. Insieme, insomma, li abbiamo visti per il 40 per cento delle volte, con 2 gol di Dybala e 5 di Lukaku. Ma il problema non è soltanto questo. La vera difficoltà nell’affiatamento deriva semmai dai pochi allenamenti condivisi. Lukaku come noto è arrivato a stagione iniziata, senza svolgere la preparazione con la Roma.

E siccome Dybala è stato obbligato dai guai fisici a gestirsi con lunghe sessioni personalizzate, di partitelle con il gigante ne ha giocate davvero poche. Serve pazienza. Anche nelle prossime due settimane, quando avrebbe avuto bisogno di migliorare la condizione atletica, Paulino dovrà rinviare il processo: ieri insieme a Paredes ha raggiunto il ritiro dell’Argentina, domani compirà 30 anni e li festeggerà con gli amici della nazionale e rientrerà a Trigoria soltanto venerdì 24, a due giorni dalla partita contro l’Udinese.

Lukaku in calo nelle ultime quattro gare
Intanto la Roma, pur disponendo di un attacco molto forte per qualità e quantità, non sta funzionando più. Nelle ultime quattro partite tra campionato e coppa ha segnato solo contro il Lecce. In questo calo però le responsabilità di Dybala sono relative: a San Siro nella brutta sconfitta con l’Inter non c’era, a Praga nella figuraccia con lo Slavia ha giocato solo 22 minuti. Sarebbe quindi sbagliato attribuire a lui, peraltro elogiato da Mourinho dopo il derby, le colpe di un gioco ancora farraginoso.

Se Lukaku contro la Lazio ha toccato solo 6 palloni nel primo tempo, significa che la squadra in blocco non ha saputo innescarlo. E che Romelu stesso ha avuto un calo nelle ultime quattro partite: anche scrutando dentro all’emozionante vittoria sul Lecce, prima del gol a tempo scaduto era stato il peggiore in campo.