Roma vs Juventus, da Allegri a Sarri i bianconeri sono diventati umani: il campionato lo dimostra

Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – Dopo due giri in Europa, tra Inghilterra e Spagna, torniamo in Italia. In pochi mesi è possibile trasformarsi da un’armata invincibile ad una squadra ricca di incertezze? Si, ed è quello che è successo alla Juventus nel cambio Allegri-Sarri: dall’unico obiettivo che era vincere, anche giocando male, al provare a trionfare facendo un bel calcio. Agnelli e company il bel calcio sono riusciti a vederlo soltanto a sprazzi, forse per pochissimi minuti. Il primo tempo della vittoria 4-3 contro il Napoli oppure i 70′ della partita contro l’Atletico Madrid al Wanda Metropolitano, poi il nulla o quasi. I bianconeri hanno giocatori fortissimi che decidono gli incontri pungendo al momento giusto. Uno di questi è Cristiano Ronaldo ed è il motivo per cui la banda di Sarri comanda in Serie A. Singoli appunto e non più collettivo come è stato da Conte in poi, tutti a combattere uniti per un solo obiettivo. Ora sembra che la squadra sia slegata e aspetti la giocata vincente dai suoi assi.

DIFESA

Rocciosa, cattiva, impenetrabile. Alcune delle qualità che fino allo scorso campionato hanno contraddistinto la difesa della Juventus. La perdita di Chiellini in estate, rottura del legamento crociato, è stato un fardello enorme per Sarri e nemmeno l’acquisto di de Ligt, 75 milioni di euro all’Ajax, ha portato buoni risultati. Soltanto nell’ultimo periodo l’olandese è cresciuto di rendimento dimostrando che, forse, quei soldi sono stati ben spesi. Difficoltà di alchimia con Bonucci che ha avuto anche Demiral come partner. Al contrario si può dire della Roma visto che Fonseca ha azzeccato immediatamente la coppia dei centrali: Mancini e Smalling. L’italiano e l’inglese si sono trovati subito alla perfezione garantendo sicurezza alla squadra prima del calo invernale, soprattutto del primo. La differenza di reti subite c’è ed è marcata, 35 a 24 in favore della Juventus, ma in campo le prestazioni, almeno per i primi mesi, si sono livellate e il gap non è stato poi così ampio. A Natale, addirittura, la Roma aveva meno gol presi dei bianconeri. Poi le distanze sono tornate quelle di sempre con la Juve che ha fatto tesoro degli errori commessi, mentre i giallorossi hanno pagato calo fisico e disattenzioni. Passando alle fasce il punto fermo è a sinistra per entrambe le squadre: Alex Sandro per Sarri, Kolarov per Fonseca. A destra è la solita volata per una maglia da titolare: da una parte De Sciglio, Danilo e Cuadrado, dall’altra Spinazzola e Santon col cambio a gennaio Peres-Florenzi.

CENTROCAMPO

Innesti importanti per la Juventus in estate, ma tutti a parametro zero. Parliamo di Ramsey e Rabiot. Nessuna grande spesa, ma solo un puntellamento dove, forse, serviva il grande acquisto. Emre Can non ha mai legato con Sarri e a gennaio ha salutato la compagnia per andare al Borussia Dortmund. Pjanic, Matuidi, Khedira, con gli stessi Ramsey e Rabiot, stanno facendo fatica. A salvarsi è Bentancur che, autore anche di 6 assist in Serie A, sempre meno di Pellegrini che ne ha 8, sta salvando la baracca. L’uruguaiano è diventato un punto fermo del centrocampo juventino così come lo è Veretout in quello della Roma. Giocatori simili, per quanto riguarda la costruzione del gioco, ma tanto diversi sul piano atletico. Ritmo più compassato per Bentancur, motorino instancabile Veretout. Sia Sarri sia Fonseca, comunque, stanno avendo poco dal centrocampo in termini di gol.

ATTACCO

L’equilibrio si fa più marcato in attacco. Da una parte il solo Ronaldo, dall’altra il solo Dzeko. 21 gol in campionato per il primo, 12 per il secondo. I due sono in testa anche nella speciale classifica di chi ha sbloccato il risultato dallo 0-0: 6 volte l’attaccante nato a Sarajevo, in 9 occasioni quello di Madeira. Dietro di loro il vuoto. Se sulla sponda giallorossa ci sono Kolarov e Mkhitaryan a 6, su quella bianconera c’è un altro attaccante che è Dybala a 7 seguito da Higuain a 5. Per i giallorossi soltanto ultimamente un’altra “punta” si è affacciata al fianco di Dzeko. L’armeno ha cominciato a segnare e a giocare con continuità dopo l’infortunio e ha fatto capire di incidere molto sugli equilibri e sul destino della squadra. Un solo uomo al comando per entrambe le squadre anche se bisogna dire che lo juventino ha calciato 7 rigori, mentre il romanista nessuno. Il bottino in Serie A, al momento, dice 51 a 50 per la Roma.

Il cambio di allenatore ha fatto avvicinare le squadre almeno dal punto di vista del gioco. Sui numeri c’è equilibrio tranne su quelli difensivi, quelli decisivi. In Italia lo scudetto si vincè là, gli ultimi 12 anni lo dimostrano, e l’inverno giallorosso è stato più freddo del solito, mentre il reparto della Juventus, con tutte le difficoltà avute, ha tenuto botta. La distanza di 18 punti in classifica è tutta su quel dato. Blindare il reparto difensivo è stato il pallino di Fonseca sin dalla prima giornata di campionato ed in parte c’è riuscito. Sarri, invece, ha avuto la fortuna di trovarsi dei giocatori che già si conoscevano: da Szczesny a Bonucci, da Cuadrado ad Alex Sandro, col supporto di Chiellini in regia da infortunato. E questo non è poco.

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