Il Messaggero (S. Carina) – Ritornano le notti magiche. Quelle europee, che dall’arrivo di Mourinho hanno sempre avuto un sapore speciale per il tifoso romanista. Due finali in altrettante stagioni, ama ricordare José, e provate a dirgli che ha torto. Prima Tirana poi Budapest, tappe finali di cavalcate d’entusiasmo e sold-out che hanno avuto il loro porto sicuro proprio nell’Olimpico. Stadio amico, complice nelle rimonte, quando ce n’è stato bisogno come contro il Bodo Glimt in Conference (con la tripletta di Zaniolo) e contro il Salisburgo e il Feyenoord nell’ultima Europa League. O punto di riferimento nelle grandi prestazioni, leggi Leicester e Real Sociedad su tutte.

Quattordici partite all’Olimpico, sette per competizione, con un ruolino di marcia impressionante: 11 vittorie, 2 pareggi e un solo ko, datato ormai un anno fa, il 6 ottobre 2022 contro il Betis Siviglia. Al gol di Dybala, l’uno-due firmato Rodriguez e Luiz Henrique, che costrinse i giallorossi a vincere contro il Ludogorets per giocarsi poi ai play off con il Salisburgo l’accesso ai quarti. Emozioni, brividi, paura di non farcela ma tanti gol: addirittura 36 in 14 partite (media 2,5 a partita). Boati incredibili, come quello al gol di Abraham con il Vitesse (che evitò i supplementari) o quello della Joya contro il Feyenoord all’89’ che regalò invece l’extra time e la possibilità di giocarsi un’altra finale. Poi persa, ok, ma sappiamo anche come.

Si riparte. Avversario il Servette con il solito colpo d’occhio che soltanto l’Olimpico sa regalare. Ancora una volta sarà sold-out anche se la sanzione Uefa che prevede 6mila posti in meno tra le due tribune dopo quanto accaduto a Budapest (“per accensione di fuochi d’artificio, lancio di oggetti, atti di danneggiamento e disturbo alla folla”), limiterà la capienza dell’impianto a 55mila posti. Mou non ci sarà, nascosto da qualche parte nello stadio per scontare la seconda giornata di squalifica dopo le accuse a Taylor. Seicento i tifosi attesi dalla Svizzera. Dublino è lì, sullo sfondo, un sogno che lo Special vuole trasformare ancora un’altra volta in realtà.

Per farlo, prima bisogna superare il girone eliminatorio. Meglio come primi, per evitarsi poi quelle due gare dei playoff con uno squalo della Champions come incomodo. L’avversario più temibile, che nei 50enni di oggi evoca ancora brutti ricordi con quello strano bisillabo, Vavra, a rovinare una festa in un altro Olimpico da ricordare. Per pensare ai cechi, ci sara tempo. Step by step predica José. Quindi, sotto col Servette.