Roma, il futuro è a luci spente

Il Messaggero (A.Angeloni) – Sempre nella riservatezza,quasi nell’anonimato. Dan e Ryan Friedkin si sono presentati di nuovo a Trigoria, ma qualcuno non li ha nemmeno incrociati: ci sono ma si muovono in punta di piedi. Silenzio assoluto, poche informazioni, rarissime le immagini. Figuriamoci le autocelebrazioni. Dan e Ryan per adessoscelgono il basso profilo. A Trigoria ieri, sono stati per circa sei ore, il giorno prima un’oretta. È cominciato così il lavoro effettivo nel centro sportivo della Roma, sempre a contatto con la squadra e con pochi altri fortunati. Guido Fienga (come l’altro dirigente, Francesco Calvo, anche lui presente in Lega quando Aurelio De Laurentiis è risultato positivo al Covid) è ancora in isolamento domiciliare, in attesa del secondo tampone di lunedì e non ha potuto accogliere i nuovi proprietari, con i quali si vedrà nei prossimi giorni. A Trigoria, a fare da Cicerone c’era Manolo Zubiria, dirigente padrone della lingua inglese (americana) e punto di riferimento per tutti al Fulvio Bernardini. Insieme a uno dei loro collaboratori di fiducia, Eric Williamson, i Friedkin hanno cominciato a capire dove sono capitati, che tipo di lavoro li aspetta e come gestirlo, anche nella comunicazione. Stanno studiando l’ambiente (interno) e le carte (tutte, dai conti ai documenti relativi allo stadio), sanno che la squadra sarà da rinforzare e che allo stesso tempo i bilanci sono da mettere a posto. Non vogliono luci addosso, si concedono a pochissime foto, solo qualcuna il giorno prima e poi stop. Dan dovrebbe lasciare la Capitale a breve (in attesa di vedere Fienga), mentre il figlio resterà.

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