Il Messaggero (S. Carina) – È un tesoro nascosto. Che se non fosse stato per la convocazione a sorpresa contro il Sassuolo (287 giorni dopo l’infortunio in Roma-Spezia del 4 giugno scorso), più di qualcuno aveva addirittura dimenticato. Non De Rossi. Un mese fa, prima del match contro il Torino, tra curiosità, moduli e quesiti vari, Daniele trovò un momento per una riflessione su Abraham: “Il giorno che sono arrivato qui e ho visto Romelu e Tammy vicini, ho pensato di volerli far giocare insieme“.

Gli restano otto partite di campionato, almeno due – con la speranza che possano diventare cinque – in Europa League per riuscirci. E considerando che ieri in nazionale si è fermato Azmoun (dalla dinamica dello stop, potrebbe essere una noia muscolare non di poco conto; torna a Trigoria anche Baldanzi) ecco che la possibilità potrebbe trasformarsi a breve in necessità. Tammy, per ora, si gode il rientro. Quello che più importa adesso, è respirare l’aria del campo, tornare a sentirsi calciatore e mettersi alle spalle paure inevitabili, a partire dai contrasti.

Treccine in testa e sorriso largo, ieri gli scatti a Trigoria per la Roma che è tornata ad allenarsi erano tutti per lui. Seduta svolta parzialmente in gruppo, gestendo i carichi di lavoro ma compiendo quell’ultimo step che gli ha definitivamente permesso di lasciarsi alle spalle l’infortunio.