Il Corriere della Sera (G. Piacentini) – Tra tutti i calciatori della Roma, Bryan Cristante è l’unico ad essere rimasto sempre in campo, 12 presenze su 12 partite, tra campionato ed Europa League, e mai una sostituzione per un totale di 1080 minuti più tutti i recuperi. A Bryan, insomma, Mourinho non rinuncia mai e cambia continuamente ruolo: tre finora quelli ricoperti dal giocatore.

Se da una parte, infatti, il tecnico portoghese non perde occasione per sottolineare le difficoltà di lavorare con una rosa corta, dall’altra l’importanza del vice capitano  giallorosso è certificata dai numeri. Probabilmente per lui possono valere le parole usate in passato per Lorenzo Pellegrini: “Se ne avessi tre li farei giocare tutti e tre”, disse lo Special One del capitano.

Con Cristante è come se ne avesse davvero tre perché lo può utilizzare, e lo ha fatto, almeno in tre ruoli: mediano davanti alla difesa, mezzala nel centrocampo a tre e difensore centrale, come ha fatto in questo periodo in cui le assenze di Smalling e Llorente avevano ridotto all’osso le scelte. In qualsiasi posizione è stato schierato, i risultati sono stati sempre ottimi, al punto che anche i più scettici si sono convinti dell’importanza del numero 4, erede designato di Daniele De Rossi, che il giorno del suo addio alla Roma gli passò il testimone.

Domani a San Siro giocherà a centrocampo, visto il rientro di Llorente. Contro i nerazzurri, affrontati con le maglie di Pescara, Atalanta e Roma (mentre col Milan e con Palermo al massimo è andato in panchina), il suo score è decisamente scarso: 5 pareggi, 6 sconfitte e 1 sola vittoria, quella dello scorso anno proprio a Milano.