Il Messaggero (A. Angeloni) – Normale che si fischi, non (più) che lo si faccia con i fischietti. Questione di ordine pubblico e di decoro: decisione dell’Osservatorio. Chi si sente tradito, può lamentarsi, urlando, insultando. E i tifosi dell’Inter lo faranno, domani, contro il traditore Lukaku, in una San Siro di fuoco.

Poi, ci sarà da capire se veramente tradimento è stato, perché finora abbiamo ascoltato solo la versione (diretta e non diretta), dell’Inter. Tocca a Romelu vivere la sua giornata particolare, in attesa delle spiegazioni, che concederà se e quando ne avrà voglia: lui stesso ha minacciato di farlo. Intanto domani metterà piede in un Meazza caldo, pieno di rancore, di livori.

Arriva a San Siro con in tasca un bottino di reti che fa spavento e una condizione di forma invidiabile. “Ci sono rimasto male, è la verità. Anche io ho provato a chiamarlo in quei giorni di caos, non mi ha mai risposto, lo stesso ha fatto con altri miei compagni”, le parole di Lautaro Martinez, il suo ex compagno e (ex) amico. Domani la sfida-scontro è anche con lui: con Barella, con cui spesso ha discusso, anche in campo; con Simone Inzaghi, reo di avergli negato la finale di Champions ad Istanbul, preferendogli Dzeko come titolare contro il City. 

E chissà se il vero tradito non sia proprio Lukaku? Lui che, per dispetto all’Inter, stava per trasferirsi dalla nemica amatissima, la Juve. Ma ora si gode la Roma, la sua nuova casa. E chissà per quanto tempo ancora.