Roma chiama bomber. E Dzeko supera Batistuta

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La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini – D.Stoppini) – Una volta l’accostamento sarebbe parso pura blasfemia. Vuoi mettere il «Re Leone» col «Super Sub»? Gabriel Batistuta è stata l’eroe di una generazione di attaccanti, Edin Dzeko invece sembrava l’elogio del «vorrei ma non posso». Cattiveria contro occhi bassi, potenza implacabile contro eleganza leziosa. Poi la ruota gira e nel novembre dell’Anno di Grazia 2016 si scopre che nelle prime 20 partite stagionali disputate il bosniaco ha segnato 17 gol in 20 partite (12 in 14 match di campionato) contro le 15 reti dell’argentino (13 in 14 gare di Serie A) in un’annata che per la Roma resta indimenticabile, quella 2000-2001 che portò al terzo scudetto. Domanda: allora il confronto è possibile? Qui a fianco risponde (scettico) un esperto Abel Balbo, ma se l’anagrafe avvicina i due (Dzeko ora ha 30 anni, Batistuta in quella stagione ne aveva 31), c’è di sicuro un altro dato ad avvicinare i due centravanti sono le aspettative che il tifo giallorosso ha avuto nei loro confronti: gigantesche.

PARAGONI – Nell’estate del 2000 per l’argentino si aprì l’Olimpico e la Curva Sud si riempì per dare spazio all’entusiasmo di un acquisto da 70 miliardi di lire. Quindici anni più tardi, invece, sono stati in tremila ad andare a Fiumicino per accogliere il bosniaco che era stato strappato al Manchester City per 18 milioni di euro. Certo, il presidente Sensi aveva strappato alla Fiorentina la bandiera, il simbolo di una tifoseria che peraltro non lo ha mai rinnegato; il presidente Pallotta invece ha acquistato un centravanti che in Inghilterra era scivolato nell’ombra di Aguero. E la differenza un anno fa sembrava netta: Batistuta ebbe un avvio bruciante, Dzeko invece claudicante, finché la seconda stagione di entrambi non ha quasi ribaltato l’inerzia. Se il bosniaco adesso sta esplodendo nel rendimento, i numeri arrivano a raccontare come lui abbia realizzato 27 gol in 4.095 minuti contro i 33 in 6.322 di Batistuta. Cifre chiare: la media di Dzeko al momento è meglio di quella del Re Leone, e c’è poco di cui scandalizzarsi.

LA RINCORSA – Adesso ciò che si chiede al bosniaco è quel titolo che ha già vinto in Germania e in Inghilterra. Tutto il resto viene dopo. Forse la mitologia di Batistuta non potrà mai essere raggiunta – basti pensare che solo quest’anno Messi ha superato le reti in nazionale segnate dal Re Leone, che peraltro detiene il primato di quelle nelle fasi finale di un Mondiale (10) – però uno scudetto di sicuro proietterebbe il bosniaco fra gli Immortali della Roma. Ed è questo che conta.

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