Repubblica.it – Roma, Zeman impone la sua legge e c’è la svolta

Dalla Roma degli equivoci, alla Roma di Zeman. Genova segna l’inversione di rotta, e lo fa non prima ma nel corso della partita, stravolgendo il copione del campo e, forse, quello della stagione romanista. Perché dopo un avvio shock la squadra trova se stessa, gioco, gol, solidità improvvisa, convinzione. Senza più compromessi, costretta a seguire le idee del proprio allenatore.

Quando una ciurma non riconosce l’autorità del proprio comandante, la nave affonda. Era quello che stava succedendo alla Roma, che dopo aver bruciato in tre anni quattro allenatori, da Spalletti a Ranieri, da Montella a Luis Enrique, sembrava pronta a scaricare anche Zdenek Zeman. Serviva un segnale al boemo per affermare la propria autorità sui singoli. Un segnale forte, che tutti potessero riconoscere: escludere De Rossi e Osvaldo con l’Atalanta criticandone l’impegno settimanale, ha avuto questo effetto.

Rafforzato dall’imposizione al gruppo, appena riunito dopo la pausa delle nazionali, di due doppie sedute di allenamento consecutive. Quelle che a tanti non piacciono e che qualcuno aveva anche contestato all’allenatore dopo il naufragio con la Juve a Torino. Un nuovo atto di forza (in barba anche ai suggerimenti dello staff medico) un messaggio spedito al gruppo, soffocandone alibi e spirito di discussione. E che sembra far bene a giocatori in evidente crescita fisica, fin negli ultimi minuti di gara.

Anche in campo, niente deroghe: regista ancora Tachtsidis, per De Rossi – che di quel ruolo vorrebbe sentirsi il titolare – c’è posto solo accanto a lui, da intermedio. Neanche quello per Pjanic: il tecnico aveva gradito poco il suo impiego in nazionale dopo due settimane di stop con la Roma.

Messa di fronte alle imposizioni del suo allenatore, la squadra ha prima rischiato di sfasciarsi. Poi reagito, trascinata dal fedele Totti (“Se la squadra ti segue è tutto più facile”) e dal ribelle Osvaldo (“Le parole di Zeman? Ci metto grinta sia che si parli bene sia che si parli male di me”). Dall’esclusione con l’Atalanta alla prima doppietta romanista, dalla linguaccia alle due settimane di polemiche all’amorosa dedica alla mamma: è il centravanti che unisce gli opposti a traghettare la Roma orribile del primo quarto d’ora verso l’altra faccia di se stessa. E il personalissimo conto stagionale segna già 8 realizzazioni tra serie A e nazionale, percorso netto di una ogni gara giocata tra giallorosso e azzurro.

Repubblica.it – Matteo Pinci

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