Il Tempo – Tavecchio «licenzia» Lotito

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Bocciato. Quello che quasi mezzo secolo fa era considerato tra i cento migliori scolari d’Italia finisce dietro la lavagna. E non ci saranno esami di riparazione.

Il presidente della Federazione Carlo Tavecchio toglie la delega a Claudio Lotito e assume in prima persona la responsabilità delle riforme federali. La decisione è maturata dopo un incontro avvenuto ieri in serata tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo sport Graziano Delrio, il presidente del Comitato olimpico nazionale Giovanni Malagò e lo stesso numero uno della Figc. «Il presidente Tavecchio – afferma in una nota la Federcalcio – ha illustrato lo scenario e le sue valutazioni, comunicando che nel Consiglio Federale di fine mese saranno portati in discussione provvedimenti finalizzati a dare nuovo slancio al percorso di riforme già iniziato dalla Figc assumendone la responsabilità in prima persona».

Decisione ineluttabile dopo il caos dei giorni scorsi, e lo scontro frontale portato avanti dal presidente della Lazio con buona parte dei consiglieri. Visti i rapporti compromessi con il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi, col presidente dell’Associazione italiana arbitri Marcello Nicchi, col presidente dell’Associazione calciatori Damiano Tommasi e con il presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri, il presidente federale non ha potuto far altro che ritirare la delega nei confronti di Lotito.

Un colpo durissimo per il presidente della Lazio, messo due giorni fa sotto indagine dalla Procura federale sia per la telefonata registrata dal dg dell’Ischia Pino Iodice, che per le accuse alla classe arbitrale mosse sotto agli occhi del designatore della serie B Stefano Farina. La giornata era iniziata male ed è finita peggio. «Lotito è come Mussolini – aveva affermato il presidente del Palermo Maurizio Zamparini – soffre del delirio di onnipotenza». Niente al confronto del titolo del quotidiano tedesco Kicker: «Lotito Der Pate». Ovvero «Il padrino», don Vito Corleone, il più grande mafioso della storia.

Al di là dei giudizi oltre confine, il Lotitogate non si esaurisce neanche in Italia. A gettare benzina sul fuoco è ancora Pino Iodice, direttore generale dell’Ischia: «Se mi fossi piegato alle logiche del compromesso che sono insite nel personaggio Lotito – sottolinea il dg dell’Ischia – probabilmente fra qualche mese sarei diventato un dirigente della Lazio o della Salernitana anche perché mi è stato richiesto in precedenza: ho prove concrete per poterlo dimostrare. Tutto ciò deve creare i presupposti per ridare credibilità e dignità allo sport più bello del mondo».

Il Coni vigilerà ora sulla Procura Federale, chiamata a sviluppare le indagini dopo aver aperto due fascicoli nei confronti di Lotito. Del resto la vicenda Tavecchio-Opti Poba, ridimensionata dal procuratore federale e condannata aspramente dall’Uefa, non è stata una gran figura a livello internazionale. Per questo, il superprocuratore Enrico Cataldi seguirà attentamente l’iter dei procedimenti.

Intanto in Lega Pro continua a imperversare il caos. L’Ascoli dopo essersi visto negare il diritto di voto all’Assemblea di Lega Pro ha annunciato ricorso contro la decisione presa in extremis lunedì. «Quando abbiamo acquisito il titolo sportivo, abbiamo rilevato anche il titolo aziendale. Avevamo pieno titolo per esercitare il nostro diritto di voto. E ci è stato impedito».

Il Tempo – S. Pieretti

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