La Gazzetta dello Sport (S. Agresti) –  José Mourinho e Gian Piero Gasperini: due allenatori diversi nel modo di intendere il calcio, ma simili per quanto riguarda la politica sui giovani. Nell’ultimo turno della fase a gironi di Europa League, infatti, entrambi hanno concesso qualche minuto ad alcuni baby cresciuti rispettivamente nei vivai di Roma e Atalanta.

Vero, le partite in questione non contavano poi così tanto, ma ciò non toglie l’importanza e il prestigio da parte dei due mister di poter mandare in campo calciatori provenienti dall’universo di formazione della Primavera. E in questa stagione, non sembrano gli unici ad aver adottato un modus operandi volto alla valorizzazione del proprio settore giovanile.

Il calcio italiano sta cambiando testa. Anche la Serie A sta diventando quel territorio fertile in cui poter coltivare giovanissimi calciatori. Tra i più recenti: Pisilli, classe 2004, che segna il gol del 3-0 per la Roma in Europa League mentre accanto a lui corrono Pagano (2004) e Mannini (2006) oltre agli ormai ‘esperti’ Zalewski e Bove, entrambi 2002. E ancora: Bonfanti (2003) che raddoppia per l’Atalanta in Polonia, in una squadra della quale fanno parte anche i suoi coetanei Del Lungo, De Nipoti e Cissé più Palestra (2005) e Mendicino (2006).

I giovani, utilizzati con frequenza, hanno la possibilità di mettersi in evidenza e maturare esperienze importanti. Bove, ad esempio, in estate sarebbe dovuto andare in un club di fascia mediobassa per poter giocare con maggiore continuità. A bloccare i piani della Roma è stata la sensazione che potesse tornare utile anche a Mou, vista la facilità con la quale i centrocampisti giallorossi accusano problemi fisici di entità variabile. Il club di Friedkin adesso ha un patrimonio su cui puntare, non a caso proprio ieri gli ha rinnovato il contratto.