Pedro: “Voglio creare una mentalità vincente. Ci sono Dzeko e Mkhitaryan, motivi per cui ho scelto di venire alla Roma” – VIDEO

Oggi è il giorno della presentazione di Pedro Rodríguez. Il giallorosso effettua la conferenza stampa di presentazione dopo aver già esordito con la maglia della Roma nel match contro il Verona, terminato inizialmente 0-0 ma convertito in una sconfitta a tavolino dei giallorossi per il caso Diawara. Queste le sue parole:

Hai vinto molti trofei e ricoperto molti ruoli. Nel sistema di gioco di Fonseca, qual è il ruolo dove puoi rendere di più?

Buongiorno a tutti e grazie a Guido per le parole. In questo sistema di gioco il mio ruolo migliore può essere alle spalle della punta, che possono occupare anche in tanti altri. Anche io mi trovo bene lì, posso fare inserimenti in area e creare spazi. Mi adatterò e giocherò dove il mister riterrà opportuno. Voglio aiutare la squadra e farò così nella mia carriera alla Roma.

Cosa manca alla Roma per arrivare a livello della squadra che è arrivata in semifinale di Champions League?

Siamo una squadra buona, con giovani e con un progetto a medio e lungo termine. Ci sono Edin e Miki, motivi per cui ho scelto di venire a Roma: per aiutare a creare una mentalità vincente. Tornare a fare la Champions è uno degli obiettivi e poi costruire una squadra più forte. Ho affrontato la Roma all’Olimpico con il Chelsea ed era molto forte. Ora c’è un giusto mix di esperienza e gioventù, l’obiettivo è di creare una squadra vincente per raggiungere gli obiettivi dei tifosi, ma anche i nostri.

Senti di avere una responsabilità maggiore contro una big come la Juventus?

Quando si affronta una squadra forte la responsabilità è alta, ma anche l’esigenza personale. Dobbiamo scendere per vincere ogni singola gara di campionato e di Europa League. Andare avanti e giocarsela con tutte. E’ un avversario difficile da battere, ma tutti vogliono vincere e gli stimoli sono particolari. Ora si tratta di tradurle e di metterle in campo domenica sera.

Che ricordi hai della Champions League vinta qui a Roma?

Non posso che conservare bei ricordi. E’ stata la mia prima Champions League vinta, ho avuto la fortuna di giocare all’ultimo minuto, era il mio primo anno al Barcellona. Far parte di una finale di Champions è stata la realizzazione di un sogno. Ora sono qui alla Roma e tornerò in questo stadio bello. Non posso che usare belle parole e bei ricordi per quella data.

Quale motivazione spinge un calciatore che ha vinto tutto a venire alla Roma?

La motivazione è la stessa. Di avere una forte voglia interiore di vincere e raggiungere gli obiettivi. Sarà difficile ma lavoriamo per questo, partita dopo partita. Serve una mentalità forte e vincente, per tornare a giocare la Champions League. Abbiamo una rosa idonea per questo, anche se sembra prematuro. A mio avviso è questo l’obiettivo minimo.

Dzeko ti ha parlato? E’ felice di rimanere alla Roma?

Lo vedo felice. Edin è il nostro capitano ed è di un livello straordinario, ha fatto tantissimi gol. Ha un peso specifico importante nello spogliatoio e siamo contenti che lui resti con noi. Fa gol, fa la differenza e ti fa vincere le partite. Sono contento che resti con noi, la sua presenza e di altri calciatori importanti ci fa raggiungere i nostri obiettivi. E’ concentrato e spero che domenica possa giocare per farci fare una bella partita.

Hai la mentalità vincente, qui a Roma si parla già di Fonseca in bilico. Che consigli dai ai tuoi compagni per la partita?

Sappiamo di affrontare un avversario complicato, sarà difficile. Bisogna essere compatti, solidi e uniti. Non dobbiamo guardare quello che succede fuori o ascoltare voci che ci distraggono. Servirà una grande partita e commettere meno errori possibile.

Quanto è stata determinante nella tua scelta la presenza di Dzeko e Mkhitaryan?

E’ molto importante perché hanno esperienza e sono di livello. E’ una squadra giovane, ma con elementi d’esperienza. E’ importante quando scegli la squadra, questi calciatori rendono la squadra più forte. Colgo l’occasione per ringraziare i compagni per come mi hanno accolto dal primo giorno. Anche per i tifosi, per come hanno manifestato simpatia nei miei confronti. Spero di poter ripagare tutto questo sul campo.

Qual è l’obiettivo della Roma? Può tornare in Champions League la Roma?

L’obiettivo è questo, vincere. Io quando scendo in campo lo faccio per vincere. Quando pareggio o esco sconfitto, anche in allenamento, sono arrabbiato. Dobbiamo ambire sempre al massimo: vincere campionato, Europa League e tutte le altre competizioni. Questo è l’obiettivo mio e di tutti. Non è semplice, ma l’asticella deve essere a questo livello. Se si inizia la stagione dicendo che l’obiettivo è il quarto posto, poi si finisce per arrivare al settimo o all’ottavo. Vincere per arrivare più in alto possibile, i conti poi si faranno alla fine. La Roma, per club, tradizione e rosa, può ambire tranquillamente alla prossima Champions League.

Hai visto contro il Verona la fase difensiva in Italia. La conoscevi? Quanto è importante l’intelligenza tattica tua e di Mkhitaryan?

Già conoscevo il calcio italiano, anche se non avevo avuto modo fino ad ora. E’ difficile trovare spazi tra le linee e creare occasioni da gol. E’ molto tattico e con calciatori dietro la palla. Servirà intelligenza e mobilità per trovare spazi. Io vengo da un campionato che è l’opposto in questo senso. Sto lavorando in allenamento e guardando molte partite per capirlo il più rapidamente possibile, è difficile per gli attaccanti avere occasioni, ma cercherò di aiutare la squadra il più possibile.

Che ti ha colpito di più della città e dei tifosi della Roma?

Roma è una città bellissima. Ho passeggiato un po’ per il centro ed ho visto la città. Sono contentissimo anche del rapporto con i tifosi, ho ricevuto un’accoglienza affettuosa e sono contento del mio arrivo qui. Adesso tocca a me fare il meglio per poter ricambiare l’affetto ricevuto.

Come farai crescere la Roma?

Non dovrò farlo io, ma la squadra deve essere convinta di poter vincere le partite e di essere difficile da battere. Io cercherò di dare il mio contributo per l’esperienza e in termini di gioco. Dobbiamo essere uniti e compatti per raggiungere un livello collettivo. Un calciatore da solo non può vincere dei titoli, sarà questa la chiave.

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