La Repubblica (Gab. Cer) – “Non vogliamo panchine rosse ma azioni concrete”, urlano gli attivisti del collettivo studentesco Zaum dell’Università La Sapienza, che hanno convocato, all’insaputa della rettrice Antonella Polimeni, una conferenza stampa per questa mattina alle 10 davanti la statua della Minerva proprio dove lunedì hanno distrutto e gettato in un secchio la panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza di genere, donata dall’As Roma e installata nel cortile dell’Ateneo. Intanto ieri pomeriggio si è riunito il Senato accademico che ha espresso con una mozione, dai toni molto forti, ferma condanna per quanto accaduto. Gli studenti del collettivo però non si fermano: “Vogliamo esporre il nostro punto di vista su quello che è successo”, dicono, “perché gli slogan senza pratiche sono solo estetica. Abbiamo detto che avremmo distrutto tutto, questa panchina e la vostra simbologia vuota sono solo l’inizio”. […] Per la rettrice Polimeni, l’azione vandalica sulla panchina “è un’azione che non può avere nessun tipo di giustificazione, in particolare in un Ateneo come il nostro impegnato contro la violenza di genere da tempi non sospetti con azione concrete”. Tra queste, ricorda la numero uno della Sapienza, l’apertura del centro antiviolenza nel 2022 che prima non esisteva o almeno non era ufficiale. “Per questo ribadisco che il simbolo della panchina, che ha un suo valore, è sostanziato all’interno dell’Ateneo da azioni concrete. Il vandalismo invece non è giustificabile in nessun modo”.