In pochi mesi è riuscito a far ricredere gli scettici, che lo avevano bollato come un bidone ancora prima che mettesse piede a Roma. Daniel Pablo Osvaldo, marchigiano (il suo bisnonno è originario di Filottrano, un paese in provincia di Ancona) nato a Buenos Aires — il suo slang è il più divertente che si possa ascoltare a Trigoria — è tra le note più positive della Roma di Luis Enrique. Non solo per i gol — 7 finora, ha già battuto il suo record in Italia — ma soprattutto per il carattere che ha dimostrato.
“In sei mesi sono cresciuto come uomo e come calciatore”, ha dichiarato al termine della gara contro il Bologna. Vero. Perché da quando è arrivato nella capitale Osvaldo ha dovuto affrontare più di una sfida. La prima è stata quella con chi lo ha preceduto. “Come si fa a cedere Vucinic a 15 milioni e prendere Osvaldo a 18?”. È stato questo il ritornello che lo ha accompagnato durante le sue prime uscite, quando in tono ironico veniva chiamato “Er cipolla”, a causa della sua pettinatura. Soprannome che Osvaldo non deve aver apprezzato più di tanto perché, oltre a cominciare a segnare con continuità, si è sciolto i capelli per somigliare a quello che era il suo idolo da bambino, Gabriel Omar Batistuta, al quale dopo ogni gol dedica una mitraglia.
Qualche buccia di banana però l’ha calpestata: la prima è stata la maglia “Vi ho purgato anche io”, mostrata nel derby. La seconda, molto più grande, è stata la rissa con Lamela negli spogliatoi del Friuli e la conseguente “squalifica” da parte di Luis Enrique. Da quell’episodio poteva finire stritolato, ne è invece uscito rafforzato. La sua reazione si è vista in mezzo al campo: con i gol a Napoli e Bologna, ma soprattutto con la prestazione contro la Juventus, dove per la prima volta ha fatto vedere cosa intende Luis Enrique quando dice che vuole vedere una squadra che attacca e difende in undici.
Tra i più penalizzati dal suo exploit c’è Marco Borriello che un anno fa, di questi tempi, aveva segnato 12 gol e riconquistato la maglia azzurra. Ora anche quella gli è stata sfilata da Osvaldo, che è riuscito a convincere anche Cesare Prandelli, un altro che lo aveva prematuramente bocciato a Firenze. Anche per questo Borriello andrà via dalla Roma a gennaio. Lo vuole la Juve, che sembra pronta a pagargli il lauto ingaggio (5.4 milioni lordi) e offrire alla Roma un milione per il prestito e otto per il riscatto (che però a Torino non vogliono obbligatorio). La Roma preferirebbe cederlo all’estero (Tottenham o Marsiglia). Rimarrà per i prossimi cinque anni Leandro Greco, che ha trovato l’accordo (500 mila euro l’anno più bonus) per prolungare il suo contratto in scadenza. In attesa di quello di Daniele De Rossi.
Corriere della Sera – Gianluca Piacentini