Da Batistuta a Osvaldo: quando esultare a Roma diventa un marchio di fabbrica

Sono passati 9 anni, ma nessun tifoso romanista si è dimenticato di quella mitraglia che sparava sotto la Curva Sud dopo ogni gol.  Un’esultanza studiata e consacrata negli anni. Gabriel Omar Batistuta e la sua mitraglia, un binomio inconfondibile. Un giocatore formidabile, un attaccante straordinario, una potenza di tiro fuori dal comune ( il suo record personale di velocità è di 106 km/h). Tutto comincia in Argentina, quando, prima con la maglia del Newell’s Old Boys, del River Plate e poi del Boca Juniors, un giovanissimo Batistuta si comincia a far largo a suon di gol. I tifosi argentini, però, non hanno potuto ammirare il suo gesto: infatti, all’epoca, era solito esultare arrampicandosi sulle reti di protezione (esultanza che lo rese comunque famoso in patria). Ma non tutti gli stadi italiani avevano queste protezioni: come fare? Ecco che, con il passaggio alla Fiorentina, nell’estate del ’91, anche l’esultanza viene aggiornata. La bandierina del calcio d’angolo diventa la compagna perfetta per le esultanze: dopo ogni gol, infatti, Batistuta correva verso la stessa e la afferrava con la mano, pronto per essere immortalato come un eroe dai flash dei fotografi. Ma è dalla stagione 1998-’99 che le sue esultanze diventano davvero leggendarie. Forse stufo delle troppe foto con le bandierine a scacchi, l’argentino si reinventa e sfodera la sua micidiale mitraglia, che sarà la sua compagna più fedele da lì sino a fine carriera.

La corazzata di “Don” Fabio Capello ha il compito e l’obbligo di scucire lo scudetto dalle maglie dei cugini della Lazio, campione d’italia nella stagione 1999-2000. Batistuta è il colpo perfetto. Nella sua prima stagione in giallorosso è semplicemente straripante. La Curva Sud ha trovato il suo ariete, il giocatore che tutti vorrebbero e che nessuno vorrebbe contro. Per tutti è il “Re Leone“, a causa della pettinatura che ricorda una criniera, o più semplicemente “Bati-gol“. La mitraglia fa impazzire di gioia di tifosi giallorossi. La mitraglia ci porta alla conquista dello scudetto. Il 17 giugno 2001 è il giorno perfetto. Stadio Olimpico, Roma-Parma 3-1. Segnano Totti, Montella e Batistuta. La mitraglia più bella di sempre.

Sono passati 9 anni, ma negli ultimi tempi gli echi dei colpi della mitraglia sembrano riecheggiare sul prato dell’Olimpico. Pablo Daniel Osvaldo sembra aver rispolverato un’arma ferma da troppo, rispolverandola con eccezionale frequenza. L’attaccante italo-argentino, infatti, ha riproposto la mitraglia che tanto ha fatto impazzire la Curva Sud. L’Olimpico, tuttavia, ha potuto esultare anche sotto il suono rock di una chitarra, per meglio dire una bandierina suonata come fosse tale, o è stato zittito, nel vero senso della parola, da un dito sbattuto con rabbia davanti alla bocca come per ammutolire tutti quelli che lo avevano criticato insieme ai suoi compagni. Esultanze che rimangono impresse per sempre nel cuore dei tifosi, esultanze che diventano un vero e proprio marchio di fabbrica.

 

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