Non si vince senza tifosi

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Il Messaggero (P.Liguori) – Aridatece il derby, suggerisce Piero Mei. E io sottoscrivo.Non si può nemmeno immaginare un derby senza tifo, senza curve, senza coreografie, scolorito. Non è possibile una vita normale in una città commissariata, con uno stadio commissariato, con le curve ammutolite. Siamo tutti meno liberi in una Roma che perde lo spirito di una partita stracittadina che è quasi sempre stata uno spettacolo e che, negli ultimi venti anni, è stato anche uno scontro di vertice nel campionato italiano. Con i tifosi più appassionati fuori dallo stadio, uniti in uno scontro anacronistico con le leggi dello stato, non si può prevedere nulla di buono. È già successo ed è stato un disastro.

Ci sono le premesse oggi per temere che qualsiasi risultato, anche una vittoria, sarebbe dimezzato. Siamo già reduci da un mercoledì di Coppa amaro, con la Roma in campo a battersi e gli spalti incupiti e ostili. Brutta impressione, che ha fatto dire a Garcia che senza i tifosi non si vince niente. Ha ragione e oggi può essere peggio: oltre a Totti, Capitano di mille derby, potrebbero mancare anche De Rossi e Florenzi. Ricordate la coreografia con le bandiere giallorosse in mezzo a una curva orgogliosa? Oggi né curva, né bandiere? Non si diano adesso responsabilità a casaccio: non c’è protesta che giustifica voltare le spalle alla Roma. Mai. Non c’è alleanza che può mettere in secondo piano il giallo e il rosso. Il mio è un appello al cuore di chi ha un abbonamento in tasca: fa ancora a tempo a ripensarci e varcare i cancelli. Anzi, meglio: non pensateci e troviamoci insieme alle 15 in punto, c’è da gridare Forza Roma come sempre. E, se non vi piace l’Olimpico del prefetto, fate finta di essere in trasferta.

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