Nati il 7 giugno – “Il risultato ha risvegliato i grandi esperti della stampa romana pronti ad immergere le penne nelle cicute potenziate”

Pagine Romaniste (Nati il 7 Giugno) – Lungi da me eleggere Antonio Mirante ad unico responsabile della magra figura fatta a Bergamo (contro quella jena ridens che, da quando Ventura non siede in panchina, gli ha sottratto il posto di allenatore più antipatico d’Italia, molto più di Conte e di Simoncino), ma certo un problema esiste perché, nelle due sconfitte, qualche goal subito gli è sicuramente addebitabile. D’altro canto, se era stato preso per fare la riserva ad Olsen, è evidente che non si puntasse su di lui come titolare. Viste, poi, le prestazioni incerte di Pau Lopez, forse ci si dovrebbe metter mano. Certo, dopo il tiro di Veretout parato da Gollini, la squadra è sembrata implodere, quasi totalmente priva di forze per reagire ad un’Atalanta che, complice l’errore di Smalling, ha pareggiato alla prima occasione vera, per poi dilagare.

Peccato, non solo per il risultato, ma anche perché lo stesso ha risvegliato i grandi esperti della stampa romana, costretti a sopirsi, viste le prestazioni precedenti, ed immediatamente pronti ad immergere le loro penne nelle cicute potenziate.

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Primo obiettivo, naturalmente, Fonseca, responsabile, secondo loro, di non vincere contro le grandi, di avere operato in ritardo i cambi, in particolare quello di Pedro, le cui prestazioni appaiono in fase calante. Allo spagnolo, recordman di vittorie con 25 trofei conquistati, tra cui mondiale, europeo,  champions legaue, europa league, si imputa l’età avanzata, 33 anni. Il mistero buffo è che l’ex Barca viene ritenuto vecchio da quelli stessi che, pochi anni fa, avrebbero voluto il rinnovo al trentanovenne, mitico Francesco Totti. Stranezze nei commenti calcistici.

Non eravamo la prima squadra del campionato -i pronostici ci davano settimi- non siamo l’ultima. Ora pensiamo al Cagliari.

Quei due lettori di questa rubrica, sottolineeranno come, in genere, la partita non ne sia la parte preponderante. Per questa volta c’è stata un’eccezione.

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Avrei preferito, invece, iniziare con il commentare l’intemerato attacco al Governo compiuto da tal Carnevali, durante la presentazione di Sassuolo Milan. L’A.D. degli emiliani -squadra che gioca in uno stadio ubicato in un capoluogo di provincia diverso da quello di appartenenza del comune- evidentemente ignora che la sua regione è appena uscita dalla zona rossa, che fino alla scoperta delle cure -non solo del vaccino- l’unica possibile soluzione sia quella di evitare gli assembramenti e le riunioni di troppe persone. Consentire l’accesso a mille/duemila persone vorrebbe dire, per la sua squadra, spostare il 2,5/5% della popolazione dell’intero ridente paesino del modenese. Non c’è niente da fare, il calcio dimostra, una volta di più, di non avere alcun riferimento con la realtà del mondo comune, chiuso come è in una bolla di ricchezza smisurata e di totale disinteresse per chi deve affrontare quotidianamente i problemi di sopravvivenza: quella vera. Non bastava il virologo-ginecologo, abbiamo anche il Presidente del Consiglio in pectore.

Torno agli esperti che dopo la gara col Toro si sono indignati. Mi sarebbe piaciuto leggere su qualche giornale o sentire da qualcuno dire che la punizione da cui nasce il ridicolo gol del vantaggio dei granata era letteralmente inventata; invece è stato il silenzio.

P.S. Ho cercato di immaginare il maestro Massimo Ruggeri, durante lo scorso campionato, affermare che sarebbe stato meglio regalare due partite agli avversari diretti de quell’arti. Non ci sono riuscito neanche nel peggiore degli incubi. Anzi credo che per un sospetto del genere mi avrebbe tolto il saluto. Parrebbe, invece, che dall’altra parte qualche comunicatore abbia manifestato l’invito a perdere sia col Napoli, che col Milan, pur di rendere improba la lotta per la conquista di un posto in champions alla Maggica. Quanto “poraccismo” in provincia!

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