La Gazzetta dello Sport (S. Vernazza) – No, neppure se vincesse domenica sera a Marassi contro il Genoa. Non basta una vittoria, serve una sequenza di successi, occorre che José Mourinho renda riconoscibile la Roma, fosse anche e soltanto per il temperamento.
Le squadre di Mou non hanno mai incantato per la bellezza, ma rubavano l’occhio per la cattiveria, la spietatezza, la presa sulla partita. Questa Roma è ondivaga, non si capisce quale anima abbia.
A Roma non abbiamo ancora visto il Mourinho di 11-13 anni fa all’Inter, neppure nelle lamentele sugli arbitri sembralo Special One di una volta. Non ha ancora regalato un guizzo, una battuta feroce tipo quelle sugli “zero tituli” o sulla “prostituzione intelectuale”.
Sembra intimorito dalla grandezza di Roma, pare preoccupato dal fatto che i Friedkin non gli comprino i campioni che aveva a Londra, a Milano, a Madrid, a Manchester. Stavolta è lui il campione: che sia questo il problema?