Mourinho: “Non mi interessano i tre gol, ma la vittoria. Mi ha colpito la gara di Llorente. Contento che i Friedkin siano venuti allo stadio”

Torna Mourinho e la Roma riprende a vincere. Al rientro dalla doppia squalifica – saltati Sassuolo e derby – lo Special One si risiede sulla panchina giallorosso e la Roma supera 3-0 la Sampdoria. I capitolini tornano così in zona Champions: 50 punti come l’Inter, due in più del Milan che stasera scenderà in campo contro il Napoli.

MOURINHO A DAZN 

Soddisfatto della gara?

Sono soddisfatto, nel primo tempo 11 contro 11 era frustrazione. Nel primo tempo annuiamo creato gioco e avuto due opportunità chiarissime. L’inizio del secondo tempo è chiaro che in 10 l’altra squadra è sempre in difficoltà. Abbiamo fatto gol e magari per 10 minuti non abbiamo avuto l’ambizione di aumentare il vantaggio. Loro hanno avuto la palla e hanno dato la sensazione di pareggiare anche senza andare in realtà vicini al gol. Dopo abbiamo cambiato con Solbakken che ha più gamba e intensità e quando paulo è venuto dentro abbiamo avuto più gamba. Sono arrivati il secondo ed il terzo gol, che non sono la cosa più significativa, per me contano più i tre punti.

Tra le note positive di oggi la prestazione di Wijnaldum? Alza il livello Gini?

È come dire di Borja Valero, lui lo sentiva in arrivo questo tipo di prestazione Gini. Quello che mi ha reso soddisfatto è stata l’evoluzione progressiva di Llorente, che ha aspettato il suo momento, lavorando bene. Il fatto che lui non sia andato in Nazionale ha avuto modo di lavorare con Chris, non avevamo automatismi, ma si è inserito e ha lavorato molto bene. Da allenatore per me è la cosa che mi colpisce di piu, però Gini ha giocato molto bene.

Sui cori.

Stankovic non deve ringraziare, l’ho fatto per un grande uomo ed un amico, lo avrei fatto anche per altri. Io sono stato insultato in molti stadi in questo stadio e ho costruito un guscio attorno a me, penso che anche lui lo abbia fatto. Però non è bello se hai figli o famiglia, se allo stadio o a casa. I nostri tifosi sono fantastici, ma in quel momento ho pensato che potessero seguire il mio istinto, un amico non si tocca.

Sono maturi i tempi per incontrare i Friedkin?

Se erano allo stadio sono felice, ci possono stare quando vogliono, quando possono e quando decidono di stare. Io lavoro per loro è non devo fare nessun commento, sono contento che siano venuti, se vanno a casa contenti meglio. Se con i risultati e la manifestazione sempre emotiva dei romanisti, sono felice per loro e io lavoro per loro.

Che se ne parli a fine stagione o anche prima? 

Che si parli di che? Della prossima partita? Ne parliamo la settimana prossima.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

Ci sono state indiscrezioni sulla sua scelta di restare alla Roma anche il prossimo anno. Venerdì poi ha detto parole molto belle sui tifosi.

Quando vai all’Università Gregoriana accanto a un cardinale puoi solo avere belle parole, non puoi dire cose brutte. Avrò sempre belle parole per questi tifosi. Anche oggi ne abbiamo parlato prima della partita, la gente merita lo sforzo, che noi aldilà dei professionisti siamo anche romanisti nel senso di capire quello che loro sentono. Si è costruito qualcosa di bello con tutti questi record di gente allo stadio, sempre sold out. Anche nei momenti in cui i risultati non erano fantastici. Oggi è arrivato dopo due ko di fila, la gente viene sempre ed è molto bello. Per quello che si scrive di me, l’unica cosa che posso dire è ripetere: del mio futuro, del mio stato di anima, parlo solo a casa. E a volte neanche a casa, mi chiudo in me stesso, non parlo con gli amici, con i compagni, con i giornalisti. Se qualche mese fa il nostro Ceo Berardi ha detto che era sicuro che sarei rimasto era una sua interpretazione. Se Zazzaroni ha detto quella cosa è interpretazione sua. Io di questo non parlo con nessuno. La mia situazione è chiara: ho ancora un anno di contratto. Il calcio è calcio, a volte i contratti non sono la cosa più importante. Ma è tutto bello, tranquillo, sempre con l’obiettivo che la prossima è la partita più importante. Con questo spirito che noi non siamo solo professionisti, ma dobbiamo avere qualcosa in più. Vogliamo sempre migliorare. Dopo l’1-0 non abbiamo giocato per chiudere tutto. Un po’ di stanchezza, ritmo basso anche di testa, palle perse, con i giocatori a centrocampo abbiamo perso alcuni palloni. Non sentivamo grande pericolo, ma quando sei basso e giochi solo in vantaggio 1-0 la partita è aperta. Quando abbiamo cambiato abbiamo migliorato. Il secondo gol non arriva a caso, ma come conseguenza di un miglioramento. Solbakken aperto a destra su Augello, che non poteva andare alto. Sulla transizione nostra dopo palla recuperata avevamo superiorità, poi Dybala alto ci ha dato sicurezza. Poi la partita era finita anche senza il 2-0.

Potrà riproporre ancora la difesa a quattro?

I giocatori che abbiamo sono questi. Cristante è ovviamente un’altra soluzione per giocare in questo sistema a centrocampo. Mancini, Kumbulla, Ibanez, Smalling e Llorente, di cinque ne giocano due e agli altri sono in panchina. La costruzione della difesa a tre è stata una necessità, di nascondere i problemi e di utilizzare i giocatori più bravi in quel momento. E la squadra è cresciuta così. Mi è piaciuta la coppia Smalling-Llorente, perché Diego ha un’altra cultura col pallone, gioca meglio tra le linee, gioca meglio lungo. Zalewski non è un terzino di una difesa a quattro. Sono pochi gli allenatori che possono giocare sempre come vogliono e possono prendere i giocatori perfetti per come gli piace di più giocare. Ci sono altri allenatori come me che si devono adattare a quello che abbiamo. Oggi era più importante di tutto vincere perché venivamo da due sconfitte di fila.

C’è stato qualche fischio per Abraham: è in crisi psicologica?

I fischi a volte sono dubbi, non so se fossero per lui o per me per il cambio. Magari c’era una percentuale di gente che fischiava lui e altri me. Alcuni magari pensavano che lui non avesse giocato bene e altri pensavano che potesse fare gol e che lo stupido allenatore lo avesse cambiato. Gli attaccanti, anche se noi diciamo sempre che non è solo una questione di gol, vivono per il gol ed è molto importante per la loro autostima. E lui non li sta facendo. Magari soffre per questo, ma vinciamo insieme e perdiamo insieme. Ha fatto il suo, dopo è entrato Belotti fresco senza il pericolo del secondo giallo come Abraham. In un pomeriggio di difficoltà senza quattro giocatori squalificati, si è visto oggi l’Udinese che ha giocato con 3-4 giocatori squalificati (ha perso 3-0 a Bologna, ndc). È dura per squadre come noi e l’Udinese quando hai infortunati. In questo caso siamo riusciti a prendere punti.

MOURINHO A RADIO RAI

Lei all’Università Pontificia aveva definito quella di Roma “una grande comunità”. Dopo l’espulsione di Murillo, oggi sono partiti dei cori. Per rispetto anche di quella comunità, lei dice alla Curva “smettiamola”.

La Curva mi ha guardato con rispetto. Perché qualche volta sono delle manifestazioni dei tifosi, qualche volta sono delle cose che fanno parte di un circo, che è la partita. Qualche volta non è il riflesso vero di quello che la gente pensa, di quello che la gente sente. Io sono stato insultato mille volte da stadi pieni, ho avuto questo tipo di situazioni, ho dovuto costruire intorno a me un muro di protezione, diciamo così. Deki (Stankovic, ndr), che è un grande uomo, avrà fatto sicuramente lo stesso. Però, a casa ci sono famiglie, figli, amici, e non è una cosa bella. Però, i tifosi della Roma hanno subito capito che nella nostra casa non c’è spazio per questo tipo di manifestazioni e li ringrazio per aver fatto uscire la Roma da questa partita come una grande società.

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