Mourinho, il gioco del silenzio nasconde attesa e tentazioni

Il Messaggero (G.Lengua)Così vicini, ma così lontani. Mercoledì 5 aprile, semifinale della Primavera al Tre Fontane, in tribuna Ryan Friedkin e José Mourinho seduti a pochi metri di distanza a seguire giovani dalle grandi speranze (hanno conquistato la finale). Uno (il tecnico) sedeva nella fila accanto ai calciatori della prima squadra, l’altro (il vicepresidente) in quella sotto vicino al gm Tiago Pinto e al responsabile del settore giovanile Vincenzo Vergine. Non era il posto e il momento giusto per intavolare progetti futuri, ma nemmeno nelle segrete, al momento, c’è stato il tanto atteso incontro.

A José basterebbe un segnale dalla proprietà, ma tutto è ancora immobile e quando lui prova a forzare la mano, la risposta è sempre la stessa: il contratto scadrà nel 2024. Per gli americani quella è l’unica data da tenere in considerazione, almeno fino a fine a stagione quando sarà a tutti chiaro che obiettivi avrà raggiunto la Roma. E se a Mourinho non arrivano risposte, non può far altro che chiudersi nel silenzio: quando qualcuno prova a fargli domande sul futuro, lui le dribbla o non dà certezze. Preferisce parlare il meno possibile, annulla le conferenze stampa pre-gara di campionato ed è evasivo quando risponde alle tv.

L’ultimo incontro con i giornalisti prima di una partita di Serie A risale al 28 gennaio, vigilia di Napoli-Roma. Il motivo ufficiale è che non vuole tenere più di una conferenza a settimana e preferisce sempre parlare nei post-match (ci sono stati anche i 15 giorni di silenzio stampa per la squalifica di due giornate). È  obbligato, invece, a mettersi davanti ai microfoni prima delle partite europee pena una salatissima multa a lui e alla società che nessuno ha intenzione di pagare. Non fare chiarezza, però, apre a tantissime illazioni. Tra le tante c’è quella sulla casa ai Parioli che ha affittato a inizio del suo soggiorno romano. In molti sarebbero certi che avrebbe inviato al proprietario (Alberto Aquilani) la disdetta a partire dalla prossima estate. La notizia ha fatto in poche ore il giro del web e subito ne sono nate supposizioni sul suo futuro lontano dalla Capitale.

Dove? In Arabia Saudita ad allenare la nazionale o uno dei due club più rappresentativi. La cifra d’ingaggio sarebbe da record: 120 milioni per due anni. Si tratta sempre di voci, pettegolezzi e indiscrezioni, ma nessuna notizia certa. Il suo futuro è avvolto nel mistero e il pericolo è che possa decidere di andare via a prescindere dalla qualificazione in Champions. Perché Mourinho è un tecnico che non vuole trovarsi nelle condizioni di allenare un club con il contratto in scadenza. Vuole avere certezze per sé e il suo staff, che non a caso ha elogiato recentemente per il lavoro fatto con Dybala. I silenzi alimentano dubbi, ma per la proprietà è più importante prendere tempo e capire se il prossimo anno sarà una Roma da Champions.

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