Il Messaggero (S. Carina) – Era difficile prima, lo è ancor di più da ieri. Dall’incontro andato in scena tra Pinto e l’agente di Morata, Lopez, sono emersi due fattori. Il primo: in realtà non esiste un documento che attesti una vera e propria clausola rescissoria dopo il rinnovo dell’attaccante sino al 2026 con l’Atletico Madrid (che ancora il club spagnolo non ha depositato).
Il presidente Cerezo valuta il calciatore 21 milioni ma c’è una promessa, fatta all’ex juventino, di liberarlo se dovesse arrivare un’offerta dall’Italia (progetto di vita della famiglia Morata) a qualcosa in meno. Quindici milioni è quello che pensano gli agenti e per questo da giorni si parla di una cifra che oscilla tra i 12 e 15(da raggiungere evidentemente attraverso dei benefits).
Il secondo: Morata guadagna tanto per i parametri della Roma. Sei milioni e mezzo più 2,5 di premi sino al prossimo anno. Stipendio che scende dalla stagione 2024-25 nel fisso a 5,5 milioni compensato però da altri benefit (legati a gol, assist, presenze e obiettivi della squadra madrilena) che se soddisfatti, riportano la somma ad avvicinarsi al totale del primo anno. Nella terza stagione il giochino è simile con la base che scende ulteriormente a 4,5.
Così la proposta avanzata ieri ufficialmente da Pinto (4,5 più 1 di bonus) non basta. Serve uno sforzo in più. Il gm ha preso atto e chiesto del tempo, forte che la prospettiva romana alletta non poco Alvaro e famiglia ma consapevole che l’Inter potrebbe approfittarne. La Roma, infatti, se da un lato deve racimolare la liquidità che le serve per portare avanti la trattativa con l’Atletico Madrid, dall’altro deve trovare una scorciatoia per avvicinarsi alle richieste di Alvaro, senza sforare i paletti della Uefa e, particolare non secondario, alterare gli equilibri dello spogliatoio. Dybala, ad esempio, aspetta ancora una convocazione dal club per definire un contratto (l’agente Antun tornerà venerdì) che ad oggi lo ha visto toccare quota 6 milionisoltanto grazie al rendimento personale della Joya.
La sensazione, avvalorata da qualche spiffero delle parti in causa, è che il problema non sia tanto soddisfare le richieste dell’Atletico Madrid (anche se i Friedkin sono poco restii a investire sui cartellini di calciatori over 30) ma di venire incontro a Morata. Che sarebbe anche pronto ad aspettare il club giallorosso ma non vuole chiaramente perderci dei soldi. Nella narrazione, tra l’altro, si dimentica che Alvaro è nativo di Madrid, gioca titolare nella squadra del cuore che partirà il prossimo anno per vincere la Liga e disputerà la Champions.
La volontà di esaudire la volontà della moglie, che amerebbe riavvicinarsi a Torino, è forte. E Roma gli piace, come lo lusinga il corteggiamento di Mourinho e lo stuzzica la possibilità di riabbracciare l’amico fraterno Dybala, padrino della figlia Bella. Tutto vero, ma poi in ballo ci sono i soldi, un parametro che per un professionista fa la differenza. Ora bisognerà capire i prossimi passi della Roma. Pinto dovrà parlarne con i Friedkin e capire se può alzare ulteriormente l’offertao si deve fermare. L’agente Lopez ha dato la massima disponibilità a trovare un punto d’incontro ma alle sue condizioni. Che ad oggi non sono quelle della Roma.
Anche perché le pretendenti non mancano. L’Inter, in primis, che sta cercando dopo il voltafaccia di Lukaku, un attaccante centrale. Morata è il nome fatto da Inzaghi per sostituirlo. Sapendo quanto fossero disposti a spendere sia per il cartellino che per lo stipendio di Big Rom, i nerazzurri ora sono in pole.
E non è un caso che l’agente Lopez, dopo aver parlato con Pinto, sia atteso a Milano nelle prossime ore per ascoltare l’offerta di Marotta, pronto anche a proporre 15 milioniall’Atletico Madrid. La Juventus per ora assiste in disparte. Per i bianconeri il discorso potrebbe riaprirsi soltanto in caso di cessione di Chiesa. Il pericolo è l’Inter. E Mou? Non può far altro che attendere.