Monchi: “Adesso tutti zitti e lavorare!”

Corriere dello Sport (R.Maida) – Dispiaciuto, non rassegnato. Alla fine di un mercato poco gratificante per i tifosi, Monchi ha sfruttato l’occasione della presentazione di Jonathan Silva per effettuare un riepilogo sui primi 9 mesi alla Roma: «Sono sicuro di poter migliorare. Ma di sicuro oggi sono un professionista migliore rispetto a quando sono arrivato perché ho capito meglio la società e meglio l’ambiente» spiega, in un italiano ormai più che comprensibile, senza sottrarsi alle critiche e alle osservazioni dei media che in parte condivide.

ERRORI – Monchi riconosce che qualcosa, anzi molto, non ha funzionato o non ha ancora funzionato. «A gennaio abbiamo seguito la strategia giusta rispetto alle necessità del club – ha continuato -, certo anche qui si poteva ottenere risultati migliori. Ma siccome sono il direttore sportivo della Roma, mi prendo le responsabilità di tutto. Non cercate altrove, sono qui». Sul quinto posto della squadra chiarisce: «Nessuno può essere contento del quinto posto. Ma in questo momento non ci serve trovare un colpevole, preferisco cercare le soluzioni. E’ vero poi che tutti possiamo dare di più: io, l’allenatore, i giocatori». Spiega così la rinuncia a Blind per il semisconosciuto Silva: «Blind ci era stato proposto ma aveva costi che non erano accettabili. Così abbiamo fatto una scelta sportiva e anche economica per coprire il buco lasciato dalla partenza di Emerson».

RILANCIO – E’ sicuro di non aver soddisfatto le ambizioni dei tifosi ma è anche convinto che ci sia il tempo per sovvertire i giudizi negativi: «Questa è una grande società. Noi sportivamente dobbiamo avvicinarci al livello del club, che ha una struttura già importante. Quindi dico questo: ora zitti e lavoriamo tutti di più. Ma ci tengo ad aggiungere che io non lavoro soltanto per il presente. Sarebbe stato facile per me fare un mercato che tenga conto solo delle esigenze del momento. Ma prima di me viene la Roma e io penso agli interessi della società». Anche a parole: «Quando dissi la frase “Qui non si vende, si vince” volevo proteggere il club. Ma continuo a lavorare ogni giorno per costruire una squadra che possa soddisfare i tifosi. Alcuni dei giocatori che ho comprato non hanno reso secondo le loro possibilità ma una volta superato il periodo di adattamento, di cui tutti hanno bisogno, torneranno utili alla Roma». A parte Hector Moreno, il suo primo acquisto, che è già andato via: «Non si era integrato e voleva giocare per non perdere il Mondiale. Nella vita ho imparato che se si sbaglia, è inutile insistere. Meglio fermarsi, anche dopo soli sei mesi».

CONFERMA – Tra gli errori non può includere la scelta di Eusebio Di Francesco: «Non è in discussione, anzi stiamo lavorando per aiutarlo a fare meglio. Questa è una squadra forte, come ha dimostrato nella prima parte della stagione. Adesso chiedo io una cosa a voi: possiamo dimenticare per un po’ il mercato e concentrarci sulle partite?». La domanda retorica in realtà sembra rivolta ai giocatori: dopo le distrazioni di gennaio, è ora di guardare avanti.

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